«Sta a loro mettersi una mano sulla coscienza e decidere nel segreto dell'urna chi votare». Si appella alla coscienza il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, candidato alla presidenza della Provincia di un Partito Democratico diviso e vittima sacrificale offerta sull'altare del cambiamento in una competizione elettorale già persa sulla carta contro la macchina da guerra congegnata dal centrodestra. «Io aspetto il 31 notte per tirare una linea e capire chi c'è stato e chi no, all'interno del partito ma anche fuori dal partito».

 

Usa fairplay e non si concede sbavature, il primo cittadino della cittadina ionica: «Non credo sia una lista contro di me» - chiarisce con calma riferendosi all'aggregazione messa in piedi dai due consiglieri regionali Vincenzo Ciconte e Antonio Scalzo con il supporto dei socialisti, che più volte ha ribadito di non caldeggiare formalmente la candidatura di Alecci alla corsa a Palazzo di Vetro. «È una lista che vuole prendere le distanze ma non so bene nemmeno io da chi - spiega -. È un momento così confuso ed è bene farlo passare al più presto».

 

Luana Costa