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"Chi andava alla ricerca di un paladino della "cultura dell'abbandono", nel senso più generale del termine, non ha più motivo di insistere perché l'enigma è risolto: Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne, aspirante politico, incarna perfettamente il ruolo dell'apprendista amministratore che di fronte ai disagi e alle difficoltà incontrate sul percorso della gestione della cosa pubblica fa presto a prendere la strada dell'abbandono e della rinuncia. Può essere interpretata così la scelta di un ex consigliere provinciale che nel bel mezzo della lotta per la sopravvivenza dell'Ente Provincia sceglie la via della latitanza per dimostrare la sua incapacità di affrontare, discutere e tentare di realizzare iniziative volte a dare speranza al sempre più grave problema che affligge i dipendenti dell'Ente. Non contento della sua fuga oggi continua ad incitare gli altri, che resistono e che hanno deciso di difendere fino all'ultimo le possibilità di mantenere in vita l'istituzione, ad andarsene".
"Vitaliano Papillo invece di farsi carico della necessità di individuare soluzioni utili alla causa invita Presidente e consiglieri ad abbandonare la barca perché è finita ogni speranza non capendo che questo tipo di assurda ed irresponsabile decisione può costituire serio pretesto per mettere, alla fine, i sigilli anche alla struttura di Palazzo ex Enel. Vitaliano Papillo che non ha mai recepito il reale problema dell'Ente Provincia e che ha tentato di capirlo quando è stato eletto consigliere senza, peraltro, mai riuscire ad espletare il mandato per la sua manifesta incapacità di analisi e proposta, ha perso anche questa occasione per starsene zitto e rintanarsi nel mondo degli inconcludenti, di chi spera che con la cultura delle chiacchiere si possa sperare in una ripresa della condizione di vita. Invece di affidarsi alle inutili e sterili polemiche di tutti giorni che hanno offerto continua visibilità alla sua ignoranza politica e amministrativa, avrebbe fatto bene a raccontare ai lavoratori della Provincia quale è stato fino ad oggi il suo scarso impegno, quante le idiozie che lo hanno portato ad essere trascurato dalle forze politiche che ha sempre tentato di contattare con i risultati che sono alla portata di tutti. Vittima del palcoscenico del protagonismo che oggi non gli da più carta di credito, ritenta la ripresa della sua offuscata, sbiadita ed inutile immagine con l'idea di far chiudere i battenti all'Ente, convinto che andando tutti a casa verranno risolti i problemi che attanagliano da anni i dipendenti della Provincia. Ho sempre evitato di rispondere e replicare a chi, con i suoi atteggiamenti inconsulti e privi di ogni minima progettualità, ha portato soltanto danni a istituzioni e persone. Però in questa circostanza sento di condividere col sindaco Vitaliano Papillo che ha fatto bene a rassegnare le dimissioni da consigliere provinciale perché non aveva ne la intelligenza, ne la caratura per contribuire allo sviluppo del cammino dell'Ente Provincia".
"Mentre sento la necessità di ribadire che il Consiglio provinciale continua a praticare tutte le strade per tentare di risolvere non soltanto il problema degli stipendi che ormai da tempo non fa dormire più nessuno quanto la funzionalità degli Uffici che restano il supporto strategico per garantire la continuità dell'istituto provinciale e concrete risposte alla domanda di servizio dei cittadini. I contatti giornalieri con il Presidente della Regione Mario Oliverio, il Prefetto Giovanni Bruno e quanti sono coinvolti in tutto questo processo di impegno per la tutela e la salvaguardia della dignità di quanti ingiustamente soffrono gli effetti del devastante fenomeno dell'indifferenza e dell'apatia, sono e restano punti fermi di una battaglia quotidiana che stiamo conducendo senza alcuna sosta. Siamo convinti che nuovi segnali di speranza giungeranno nel momento in cui le forze politiche della Regione Calabria avranno capito che oltre il confine non v'è alcuna certezza. Roma non ci da speranze. La Regione Calabria può e deve cogliere la gravità del momento e dare risposte a chi vota liberamente il sistema e ne pretende legittimamente il pieno rispetto".