Il deputato di Fdi: «La provincia di Cosenza è solo una, un ente in più non ha senso». Pronta la replica del primo cittadino di Corigliano Rossano: «Basta con centri di potere incalliti e logori»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Sembra più uno scontro tra conservatori e riformisti, con al centro la proposta di istituzione della provincia della Sibaritide. Da una parte il deputato di Fratelli d’Italia, Alfredo Antoniozzi, vorrebbe mantenere l’attuale status quo, dall’altra il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, è strenue sostenitore dell’autonomia – in tutti i sensi, quindi amministrativa e politica – del nord-est calabrese.
Nel mezzo la o le fusioni dei comuni ad “accampare” le giuste recriminazioni. Corigliano Rossano – già da sei anni terzo comune per popolazione con i suoi 80mila abitanti, primo per estensione territoriale in Calabria – sta spostando, pian piano ma inevitabilmente, gli equilibri in politica, e lo dimostrano i collegi camerali e senatoriali che ormai portano il nome della città ionica.
Questo sbilanciamento verso il mare è probabilmente alla base della gran voglia di fusione dell’area urbana cosentina che il centrodestra regionale vuole calare dall’alto già preconfezionata, al contrario di quanto è accaduto in riva allo Ionio, dopo un cammino lungo otto anni.
Il peccato capitale di Stasi sarebbe, dunque, quello di azzardare lo sgancio una porzione di provincia di Cosenza, una delle più grandi d’Italia e più estesa della Liguria, con i suoi 150 comuni.
Antoniozzi: «La provincia di Cosenza è solo una, rispolverare campanili non serve»
Dopo la proposta lanciata da Stasi su LaC News24, nei giorni scorsi, Antoniozzi replica che «la provincia di Cosenza è una sola e il suo capoluogo sarà la grande città unica, se i cittadini diranno si. Rispolverare vecchi campanilismi – dichiara il deputato romano nato a Cosenza – non serve a niente perché altrimenti dovremmo smembrare tutto il territorio. Semmai sarebbe utile che centrodestra e centrosinistra insieme abolissero la famigerata legge Delrio e dessero ai cittadini la possibilità di votare per il presidente della Provincia, che oggi è eletto dai consiglieri comunali».
Per Antoniozzi, quindi, inseguire la provincia della Sibaritide «non ha senso anche se io riconosco a quel territorio specificità e bellezza. Spero che il sindaco Stasi voglia essere protagonista anche in sede Anci di una discussione all'interno del centrosinistra – chiosa il deputato – per giungere subito a un accordo sulle nuove province e sulla restituzione della sovranità popolare ai cittadini».
Stasi: «Antoniozzi mi ha convinto definitivamente sull’urgenza della provincia della Sibaritide»
Nella sua replica al parlamentare, il sindaco Stasi appare caustico sin da subito. «Aver letto l'intervento del vicecapogruppo di Fdi alla Camera, ovviamente e prevedibilmente contrario alla istituzione della provincia della Sibaritide, mi ha definitivamente convinto della necessità e urgenza di questa battaglia. Quella stessa delegazione parlamentare di centrodestra che non ha proferito neanche una sillaba sulla scandalosa abolizione della Praia-Tarsia, per fare un esempio, che di fatto esclude dalla Alta Velocità la Calabria, reagisce immediatamente all'ipotesi secondo cui al territorio della Sibaritide venga riconosciuta l'autonomia territoriale che merita, perché evidentemente preoccupa i centri di potere».
«A qualche senatore smemorato che parla di campanili arroccato sotto una campana – Flavio Stasi punzecchia il suo concittadino Ernesto Rapani – ricordo che nell'ambito della istituzione delle nuove province fu lasciata incredibilmente integra la provincia più estesa e meno gestibile, ovvero quella di Cosenza, anche per responsabilità delle rappresentanze comunali di centrodestra».
Il sindaco fa riferimento alla storia, alle occasioni non capitalizzate negli anni ’90 dagli allora amministratori di centrodestra, ovvero gli ex sindaci di Rossano e Corigliano, Giuseppe Caputo e Giuseppe Geraci, quest’ultimo anche nelle sue vesti di deputato di Alleanza nazionale.
«Attraverso la istituzione di una nuova provincia, con al centro una città di 80 mila abitanti – ribatte Stasi – non si smembra o si indebolisce un territorio, ma al contrario si rafforza l'intera regione attraverso un equilibrio di poteri e servizi che consente maggiore competitività generale».
Il sindaco di Corigliano Rossano concorda, invece, «sulla giustezza della battaglia relativa alla rivisitazione della Legge Delrio sulla elezione diretta del presidente e del consiglio provinciale, che però proprio il governo capeggiato da Fdi non ha avuto il coraggio di rivedere. E non si dica che sia un governo che non intraprende iniziative a colpi di maggioranza vista l'imbarazzante approvazione della legge sulla cosiddetta autonomia differenziata».
E proprio nell'ambito della rivisitazione della Delrio dovrebbe «inserirsi un ragionamento sulla strutturazione istituzionale dei territori», quindi anche «la presa d'atto di un errore storico, quello della mancata istituzione della Provincia della Sibaritide, e della nascita della città di Corigliano-Rossano».
«Capisco che il riconoscimento dell'autonomia, ad un territorio che non ha mai avuto il coraggio di alzare la testa non fosse all'ordine del giorno di certi apparati di potere, ma credo sia sano, al di là di ogni schieramento, lavorare per il bene dei calabresi tutti, per la “grande Cosenza”, la “grande Corigliano-Rossano” e la grande Calabria – conclude Flavio Stasi – accantonando la piccolissima Calabria dei campanilicchi e degli incalliti e logori centri di potere».