Archiviata la proclamazione degli eletti, nonostante si preannuncino una serie di ricorsi da parte degli esclusi, deve tornare a riunirsi il Consiglio regionale.

A regolare la delicata fase di avvio della nuova legislatura è lo Statuto regionale con gli articoli 19 e 20. Il primo stabilisce tempi e modi per la convocazione dell’Assemblea. In particolare la norma prevede: «Il Consiglio regionale tiene di diritto la prima adunanza non oltre il primo giorno non festivo della terza settimana successiva alla proclamazione degli eletti, su convocazione del Presidente del Consiglio uscente».

 

Il presidente Nicola Irto, però, al momento non ha ancora proceduto alla convocazione in quanto aspetta di confrontarsi con il nuovo governatore Jole Santelli. Le date possibili sono il 5 o il 6 marzo o, in ultima analisi, il 9 e il 10 marzo.

 

Dagli ambienti del centrodestra filtra l’idea di convocare il Consiglio per giorno 9 marzo, praticamente alla scadenza del tempo utile per farlo. L’idea nasce per fare avere alla governatrice tutto il tempo necessario per mettere a punto la giunta e risolvere le tensioni in atto soprattutto con Lega e Fdi. Del resto gli equilibri della coalizione vincente alle regionali, molto più fragili di quanto si poteva pensare, saranno fondamentali anche in vista della prima seduta di Consiglio regionale.

 

Cosa dice lo Statuto regionale

Secondo quanto disposto dall’articolo 20 dello Statuto:  «Il Consiglio regionale, nella prima seduta, procede, con votazione separata e a scrutinio segreto, alla elezione del suo Presidente e dell’Ufficio di Presidenza, che è composto dal Presidente, da due Vicepresidenti, uno dei quali in rappresentanza delle opposizioni, e da due Segretari-Questori, uno dei quali in rappresentanza delle opposizioni. Il Presidente è eletto a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Se dopo due scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, nel terzo, da tenersi nel giorno successivo, è sufficiente la maggioranza dei voti dei Consiglieri regionali. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato la maggioranza richiesta, si procede, nello stesso giorno, al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero dei voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza dei voti. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età».

Nella stesa seduta vanno eletti anche i vicepresidenti e i segretari questore che, per prassi, spettano uno alla maggioranza e uno all’opposizione.

 

Il derby dentro Fdi e le tensioni su Creazzo

Ad aspirare alla carica di presidente del Consiglio, che per Jole Santelli dovrebbe avere la valenza di qualcosa di più rispetto a un assessorato, il partito di Fratelli d’Italia con i reggini Domenico Creazzo e Giuseppe Neri. Il primo vorrebbe fare valere il numero di voti raccolto, anche se sul suo capo si addensano nubi in ordine a possibili ricorsi per avere mantenuto fino ad oltre il termine previsto la carica di presidente del Parco nazionale d’Aspromonte. Le polemiche poi in ordine al consenso trasversa ottenuto dallo stesso stanno alimentando la discussione tra gli alleati. Giuseppe Neri, dunque, vorrebbe far valere la sua esperienza, essendo stato componente del precedente Ufficio di presidenza con la carica di segretario- questore di maggioranza, essendo stato eletto con i Democratici Progressisti alla precedente tornata elettorale. Se da un lato l’esperienza amministrativa potrebbe avere un peso, il fatto di rimanere nell’Ufficio di presidenza cambiando casacca è malvisto da tanti e c’è chi suggerisce dunque di guardare altrove, magari a Catanzaro, dove il primo degli eletti in Fdi sarebbe Filippo Maria Pietropaolo, molto vicino a Wanda Ferro. A meno che le polemiche interne alla Lega e le prossime consultazioni non producano ulteriori inversioni delle pedine.