«Il nostro assillo dovrà tradursi prima di tutto di lavorare nel Mezzogiorno d'Italia, forse ancor più che altrove, a costruire una grande e moderna forza politica di massa». Lo scrive il presidente della Regione Mario Oliverio in un messaggio indirizzato al governatore laziale Nicola Zingaretti dopo la sua elezione a segretario nazionale del Pd. Nel messaggio, che si apre con un "caro Nicola" e si chiude con un "abbraccio affettuoso", Oliverio esprime «felicitazioni per il grande, netto e chiaro risultato ottenuto» da Zingaretti alle primarie di domenica, e parla di «straordinario dato della partecipazione: bella, intensa, emotiva e che anche in Calabria è stata forte, viva, allegra, densa di significati».


Secondo il presidente della Regione Calabria «il risultato ci consegna, tra le altre cose, una grande responsabilità nel ridare slancio e fiducia al popolo del centrosinistra, evitare ulteriori frammentazioni, unire le forze del vero cambiamento in vista delle imminenti elezioni europee. C’è poi - prosegue Oliverio - il problema grande del partito, di dare corpo e sostanza, finanche vita aggiungerei, a un'organizzazione che negli ultimi tempi e' sembrata come sparita dalla scena politica, in particolare nel Sud e in Calabria. Ci sarà tempo e modo di discutere e di vedere che fare e come fare».

 

Il governatore calabrese poi osserva: «Il nostro assillo dovrà tradursi prima di tutto nel lavorare nel Mezzogiorno d'Italia, forse ancor più che altrove, a costruire una grande e moderna forza politica di massa, popolare e organizzata territorialmente, che interpreti per davvero ansie, bisogni, aspettative di quella parte grande della società che anche quando esprime disaffezione e' portatrice di molteplici domande di cambiamento. Qui - conclude Oliverio nel messaggio a Zingaretti - abbiamo bisogno di un Pd che senza ambiguità dica, ad esempio, un no chiaro al disegno di spezzare in due il Paese, un disegno che finirebbe per impoverire ancora di più un'area che ha invece risorse per determinare il proprio riscatto ma anche per incidere significativamente nel processo di crescita e modernizzazione del Paese. Esattamente il contrario di quello che l'attuale governo, invece, sta facendo».

 

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