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ROMA - La base del Partito Democratico insiste sulle primarie, allo scopo di evitare altre lacerazioni. Le volontà di molti leader sembrano chiare. Tanto che ben tre esponenti regionali democrat sono già in corsa. Lo strumento d’altronde è stato portato in Italia proprio dal PD, che guardò oltre oceano più di un lustro addietro.
Il vertice romano. In calabria, però, come ormai arcinoto, le primarie sono seriamente in dubbio. La conferma è arrivata dal vertice romano delle scorse ore, dove Stumpo ha chiesto a gran voce di consultare la base per evitare altri problemi, ma i vari Guerini, Lotti e Magorno hanno continuato a nicchiare.
Il silenzio di Renzi. Il prezioso strumento di consultazione potrebbe essere aggirato qualora in campo scendesse una personalità autorevole. Il premier proverebbe a sgombrare così il campo da possibili faide tra correnti.
I candidati. In corsa, nel frattempo, ci sono tre candidati: Mario Oliverio, Demetrio Naccari Carlizzi e Mario Maiolo che pur non sbilanciandosi ha messo in moto la macchina organizzativa. Con loro, Gianni Speranza, di sinistra ecologia e libertà.
Le mire del premier. L’obiettivo di Renzi è a questo punto quello di evitare altre Caposuvero. D’altronde è chiaro a tutti che il PD sia affetto da autolesionismo volontario, la sindrome che molto spesso ha portato i democrat a cocenti sconfitte. Così il premier starebbe studiando una terza via: allo studio varie ipotesi.
La pista Rubbettino. Una strada porterebbe al Ministro Maria Carmela Lanzetta, che però non godrebbe di sufficiente appeal sul territorio, l’altra condurrebbe dritto dritto all’editore Florindo Rubbettino. Un giovane quarantaduenne che di sinistra avrebbe ben poco dicono i soliti ben informati. Il tutto dopo che il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Nicola Gratteri, da tempo pallino di Renzi, ha chiarito che non sarà della partita. Ma la base insiste. ‘ Bisogna puntare alle primarie o il partito si spacca’. Il premier non sarebbe contrario alla consultazione ampia, sponsorizzata da sempre da Matteo Renzi pronto però a sacrificarla se dalla società civile arrivasse un nominativo capace di portare il PD alla vittoria.