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Vuoi vedere che in Calabria eleggeremo il prossimo Presidente della Regione con un click? Da qualche mese, infatti, grazie all’iniziativa di una testata giornalistica, è in atto una strana competizione politica: le primarie del click, appunto. Tali primarie avrebbero il compito di individuare il prossimo Presidente della Regione Calabria. Sia chiaro, formalmente nessuno parla, non esiste confronto, contenuti o programma e, tuttavia, la campagna elettorale corre sui social. Messaggini, Whatsapp, messenger a go-go nei quali si richiede la cortesia di un click, da parte di diversi politici, per scalare la classifica virtuale.
Sta uscendo di tutto, dai personaggi più improbabili della periferia del Regno, ai signor nessuno, magari figli di qualcuno che tentano di ottenere un po’ di visibilità nella speranza di poter conquistare un posto nell’agone politico calabrese. Per fortuna, la realtà, almeno per ora, è mantenuta dalla prima posizione di questa classifica virtuale e irreale, una posizione occupata saldamente da Mario Occhiuto, il quale mantiene questa posizione anche nella vulgata popolare e, dunque, attinente alla realtà.
Da qualche giorno però, sembra che la prima posizione sia fortemente insidiata dal sindaco di Roghudi, tal Pierpaolo Zavettieri, nipote del più noto Saverio, sconosciuto alle cronache se non per la circostanza che il 5 giugno del 2016 oltre ad essere eletto sindaco di Roghudi, contemporaneamente si era fatto eleggere consigliere comunale di Bova. Nessun altro gallone al braccio. Eppure, improvvisamente, Zavettieri, sbanca i click delle primarie presidenziali, surclassando il medico di Berlusconi, Bernardo Misaggi, di Gioiosa Jonica, da mesi impegnato nel tentativo di superare il primo cittadino di Cosenza. Insomma il sindaco di un paese di un migliaio di abitanti, anche se, nipote d’arte, dal nulla, insidia i click di Mario Occhiuto e disturba i piani del medico dell’ex cavaliere di Arcore. Non so perché, ma mi è venuto in mente una tagliente battuta che Mario Melloni, alias Fortebraccio destinò ad Antonia Cariglia, all’epoca segretario nazionale del PSDI, la battuta suonava così: “E' arrivato un taxi vuoto, ne è disceso l' onorevole Antonio Cariglia”. In questo caso, potremmo mutuare: è arrivato un vagone privo di voti ma carico di click, ne è disceso il prossimo presidente della Regione: il sindaco di Roghudi e consigliere comunale di Bova, Pier Paolo Zavettieri. A parte gli scherzi, qui il rischio che la febbre del click possa sfociarenel delirio è molto alto.
Nella prima Repubblica quando bisognava tirare la volata a qualcuno in vista delle elezioni o di qualche congresso, le vecchie volpi, mettevano in campo la tattica della testa di ariete. Si trattava in sostanza di proiettare sul tavolo della disputa improbabili aspiranti alla “carica”, magari promuovendo qualche dirigente in ombra, qualche sconosciuto segretario di sezione, qualche sindaco di chissà quale sperduto paesino. In quell’epoca si usava inviare agli organi superiori dei partiti di appartenenza una lettera firmata da qualche militante che sponsorizzava qualcuno. A quel punto la “giostra” aveva inizio.
Insomma si confezionavano teste di legno utili per condizionare la discussione sulla decisione delle candidature.Al momento giusto, le teste di legno, in cambio di qualche prebenda, si manifestavano generosi, ritirandosi dalla disputa. Il noto “passo indietro”. Solo che a quel punto avanzava, invece, il vero outsider, il quale fino ad allora si era ritagliato il ruolo di mediare il conflitto. Il vero candidato 9 su 10 era lui. Altri tempi. Oggi il sistema è cambiato, nel senso che, sono cambiati gli strumenti, ma la tattica della “testa di ariete” è tuttora valida, magari a farla sono i click. Tuttavia, click o teste d’ariete, si trattava di fuffa e, fuffa, continua a essere oggi.
Pablo