Il leader di Italia Viva esclude di voler far cadere l'esecutivo Conte ma si oppone strenuamente alla riforma della Giustizia voluta dal ministro Bonafede. I margini di manovra sono risicati e potrebbe nascere una nuova maggioranza
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Crescono le tensioni nella maggioranza. Il nodo da sciogliere è sulla riforma della prescrizione voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Tra i maggiori oppositori vi è Matteo Renzi, che molti temono sia in procinto di far cadere il Conte bis. Ma il leader di Italia Viva, intervistato stamani durante la trasmissione radiofonica Circo Massimo su Radio Capital, smentisce con ben quattro negazioni: «Assolutamente no: no, no, no».
La soluzione potrebbe essere in un appoggio esterno di Italia Viva al Governo, ritirando la delegazione a Palazzo Chigi ma continuando a far parte della maggioranza in Parlamento. Renzi però smentisce anche questi rumors : «L'appoggio esterno - ha spiegato - significa che noi facciamo dimettere i nostri ministri. Penso che Teresa Bellanova sia la numero uno sull'agricoltura e stia lavorando benissimo; che Elena Bonetti stia lavorando molto bene sulla famiglia; sul sottosegretario, Ivan Scalfarotto è l'unico che in quel gruppo di sottosegretari capisce qualcosa di export. Noi abbiamo queste tre postazioni, non vogliamo lasciarle. Se il presidente del Consiglio vuole che le lasciamo ce lo dirà e ci mettiamo un quarto d'ora a lasciarle, se vogliono drammatizzare facciano pure».
«Accordo sulla giustizia non ha la maggioranza»
«Sulla giustizia - ha ribadito Renzi - non ci stiamo, se qualcun altro per mantenere una poltrona è disponibile a diventare socio della piattaforma Rousseau, faccia pure, ma noi siamo un'altra roba».
«A mio avviso questo accordo a tre che hanno fatto ieri» sulla giustizia, afferma il leader di Italia Viva, «non ha la maggioranza in Parlamento. Può darsi che sbagli, leggo che Conte è pronto ad avere 50 parlamentari centristi che votano questa riforma, la votassero loro, io non la voto. Se si trova voti in Forza Italia, nella Lega che gli vota questa roba io sono contento per loro, un po' meno per il Paese».
«Secondo me» ha ribadito l'ex premier a Radio Capital «non hanno la maggioranza, ma se si stanno preparando con un'altra maggioranza, evviva, è la libertà, è la democrazia parlamentare. La mia impressione è che abbiano fatto male i conti, suggerirei prudenza. Io non mi sono sfilato, lo dico da sei mesi che su questa storia della giustizia non si può diventare populisti».
«Se ci vogliono buttare fuori lo dicano»
«Noi continuiamo a lavorare sui nostri settori, - prosegue Renzi - se ci vogliono buttar fuori ce lo dicano. Se ci dicono o cambiate idea o diventate anche voi giustizialisti o vi buttiamo fuori, noi diciamo subito che non cambiamo idea: per noi le idee sono più importanti delle poltrone. Io non cambio la natura della mia esperienza politica riformista per inseguire una cultura giustizialista e populista. Spero che non drammatizzino, che prevalga il buon senso».