La questione del pozzo di Schiavonea è stata alla base della decisione assunta dal sindaco Flavio Stasi di procedere dapprima alla revoca della delega alla rete idrica al dirigente all’Ambiente, l’ingegnere Francesco Amica e di attribuirla, qualche giorno fa, ad interim all’ingegnere Francesco Castiglione (dirigente settori n. 10 “Lavori pubblici” e n. 15 “Protezione civile”).

 

È di queste ore - invece - l’attribuzione di funzioni dirigenziali vicarie del settore Ambiente ed Energia all’Arch. Giuseppe Graziani (dirigente del settore 10 Urbanistica e Commercio), settore guidato dallo stesso Amica con tanto di decreto emanato nel luglio 2020. Nel provvedimento, che porta la firma del primo cittadino, sul piano formale si sostiene «la necessità di garantire il funzionamento e la continuità amministrativa determinando anche la funzione vicaria».

La vicenda dell’appalto di pubblica illuminazione 

Sembra pesare come un macigno, non solo la polemica sulla condotta idrica di Schiavonea, ma anche la vicenda dell’appalto della durata di ben 15 anni e per un importo pari a quasi 24 milioni d’euro per la gestione del servizio d’illuminazione pubblica.

Il dirigente Amica emise un provvedimento, in autotutela, di revoca della gestione dell’appalto all’impresa aggiudicatrice a causa di presunte anomalie riscontrate tra i servizi previsti in una variante.  Ne nacque un contenzioso legale tra le parti fino ad arrivare in giudizio. Il Tribunale amministrativo della Calabria si pronunciò dapprima con un provvedimento di sospensione dell’atto amministrativo prodotto dal dirigente comunale, per poi accogliere le tesi dei legali dell’impresa. L’amministrazione comunale per questo contenzioso nominò l’avvocato Valerio Zicaro, il quale – da quanto emerge dalla delibera di incarico – evidenziò la «nullità della sentenza» rilevando elementi di illegittimità di contraddittorietà. Per queste ragioni si è proceduto ad impugnare la sentenza presso il Consiglio di stato di cui si è in attesa.