Sintesi. È la parola che ha trionfato, responsabilmente, in aula rispetto alle due mozioni – a firma della maggioranza e del Pd – che sono state riscritte in modo da conferire maggiore forza al mandato del Consiglio regionale della Calabria. Il presidente Roberto Occhiuto, intervenuto dopo l’approvazione all’unanimità della mozione, esprime il personale apprezzamento per la soluzione trovata per difendere la più grande infrastruttura logistica, e portuale, più grande della Calabria. 

La mozione impegna la giunta «a farsi portavoce presso il Governo nazionale e le competenti istituzioni comunitarie affinché vengano apportati i necessari correttivi alla normativa che rischia di arrecare danni irreversibili all’economia prodotta dall’infrastruttura portuale; e che non penalizzi il Porto di Gioia Tauro rispetto agli altri Porti del Mediterraneo fuori dall’area Ue al fine di salvaguardare in via principale l’occupazione del territorio».

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«In altre occasioni ho detto che il porto di Gioia Tauro è un porto che si è sviluppato spesso nell’indifferenza delle istituzioni regionali e nazionali. Sono mancati gli investimenti. Oggi c’è una convergenza di impegni ed è un fatto che dimostra che il Consiglio si fa carico di un tema troppo spesso poco considerato. Attenzione però, se siamo oggi a discutere della possibilità di avere una deroga, significa che il nostro Paese non è in alcun modo intervenuto nella fase decisionale. Spesso la Commissione decide da sola, e le decisioni vengono osservate con colpevole distacco dai parlamentari europei. Se siamo oggi arrivati a chiedere una deroga su una direttiva votata in Europa qualche responsabilità c’è. Non siamo mai attenti alla fase della formazione delle decisioni, ma ce ne accorgiamo dopo, nel caso di specie chiediamo che di fatto venga realizzato un correttivo, ma siccome la direttiva è chiusa e può esser applicata solo nella fase esecutiva. Non è semplicissimo. Io sono intervenuto decine e decine di volte con il ministro dell’Ambiente chiedendo che facesse iscrivere all’ordine del giorno della riunione dei suoi omologhi una deroga per il Porto di Gioia Tauro. Oggi questa possibilità è nelle mani del Consiglio europeo e della Commissione. Il Consiglio giustamente impegna la giunta regionale, ma la mozione forse sarebbe più corretta se impegnasse ciascuno di noi a fare quel che può fare, perché nella Commissione europea ci sono autorevoli esponenti di altri partiti che siedono nei banchi delle opposizioni. C’è bisogno del contributo di tutti. Sono intervenuto anche con il vicepremier Tajani e sono intervenuto anche nella qualità di presidente delle regioni del Mediterraneo, chiedendo in seno all’organismo che ci sia una valutazione in questo senso anche perché oltre a Gioia Tauro ci sono altri porti coinvolti».

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Mancuso: «In prima linea nel contrasto ai cambiamenti climatici»

«Insieme abbiamo aderito alla manifestazione a Gioia Tauro del 17 marzo e insieme approviamo all’unanimità una mozione il cui espresso intento è contribuire a stoppare la scellerata direttiva europea ‘Fit for 55’. Questo è uno dei momenti cruciali in cui c’è bisogno che forze politiche, sociali e imprenditoriali, di concerto con le istanze più rappresentative della società civile, uniscano energie e impegno, per scongiurare il peggio e permettere all’infrastruttura portuale principale della Calabria, una delle più produttive dell’Europa, di proseguire nel percorso che l’hanno resa un’eccellenza nel Mezzogiorno e in Italia». Così invece il presidente Filippo Mancuso, aprendo la discussione sulla mozione approvata dal Consiglio regionale all’unanimità. 

Mancuso si è detto confortato nell’apprendere che dalla riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Unione europea è stata avviata, come ha riferito il ministro Gilberto Pichetto Fratin, una discussione per adottare iniziative finalizzate a mitigare gli effetti negativi derivanti dall’inclusione nel sistema Ets di questo settore. «L’Italia è in prima linea nel contrasto dei cambiamenti climatici e a favore delle politiche europee di abbattimento delle emissioni inquinanti. Ma le attuali regole europee in materia di applicazione del meccanismo Ets al settore marittimo, in assenza di una applicazione dello stesso a livello mondiale, determinerebbero una sicura perdita di competitività di molti porti europei, e in particolare italiani, per i traffici merci su container con trasbordo, con conseguente rischio per tutto il sistema logistico europeo».