Sono sempre in movimento le porte girevoli di palazzo Campanella. Anche in questa legislatura la Magistratura da un lato e i cambi di casacca dall’altro hanno modificato in profondità la geografia del Consiglio quando si è superata da poco la boa di metà legislatura. E con le elezioni politiche ormai alle porte, e con molti consiglieri che potrebbero ottenere una candidatura, diventano assai probabili ulteriori scossoni.

 

L’ultimo innesto in ordine di tempo è quello che riguarda il consigliere della Casa delle Libertà Gianluca Gallo che entra in Consiglio al posto di Giuseppe Graziano dopo una lunga battaglia giudiziaria che pare destinata a durare anche dopo l’avvicendamento che avverrà nella prossima seduta. E’ stata notificata agli Uffici di palazzo Campanella la sentenza che esclude Graziano e si è dunque proceduto alla convocazione di Gianluca Gallo che andrà a sedersi nel gruppo in cui è stato candidato.

Ufficio di presidenza di nuovo in discussione. L'opposizione reclama Tallini, ma si voterà di nuovo

Un ingresso che muta gli equilibri interni anche all’Ufficio di presidenza appena eletto, tra mille difficoltà e polemiche, con Graziano che era stato chiamato a coprire il ruolo di segretario questore grazie al voto trasversale del centrosinistra e degli uomini vicini a Pino Gentile e ad Alternativa Popolare.

 

Adesso, con Graziano fuori e il posto da segretario questore vacante, tornano in scena gli appetiti di Mimmo Tallini che era stato escluso durante l’ultima votazione. Secondo i capigruppo di Forza Italia e Misto, Alessandro Nicolò e Fausto Orsomarso non sarebbe neanche necessaria una nuova votazione, ma la carica dovrebbe passare direttamente a Tallini, primo dei non eletti.

 

Non la pensano però così gli Uffici del Consiglio che, come fatto trapelare dai piani alti di palazzo Campanella, decideranno con tutta probabilità di procedere ad una nuova votazione.

Tutti i "cambi" di questa legislatura

Prima di Graziano, però, la magistratura aveva già determinato due sostituzioni in corsa: Wanda Ferro entrata al posto di Giuseppe Mangialavori dopo la clamorosa esclusione determinata da una legge elettorale incostituzionale e Mario Magno al posto di Nazzareno Salerno rimasto coinvolto in una pesante inchiesta giudiziaria.

 

Ad allargare l’esame anche alla giunta si possono segnalare ancora due cambia forzati. Il primo riguarda il primo governo Oliverio che ha visto un azzeramento totale dopo l’esplodere di “Rimborsopoli” con Guccione, Ciconte e De Gaetano rimossi dalla carica di assessore. Ma anche la seconda giunta non è stata immune da grane. Risalgono a questa estate le dimissioni dell’assessore alle Attività Produttive Carmela Barbalace che non è ancora stata sostituita.

 

Ma i movimenti interni al Consiglio riguardano anche i soggetti che hanno cambiato orientamento o partito politico in corso d’opera. E’ il caso di Vincenzo Pasqua che, eletto con la lista “Oliverio presidente”, è adesso componente del Gruppo Misto in una lenta marcia di avvicinamento al centrodestra. Un altro consigliere di maggioranza, pur rimanendo iscritto nel gruppo di appartenenza (Democratici Progressisti) ha poi lasciato il Pd per abbracciare la causa di Mdp e Bersani. Si tratta di Arturo Bova, presidente della Commissione antindrangheta. Dopo la sua adesione a Mdp, il responsabile dell’organizzazione regionale del Pd Giovanni Puccio gli ha chiesto le dimissioni dall’incarico.

 

Un quadro assai caotico, insomma, che adesso sarà ancora più turbato dalle prossime politiche che con i collegi uninominali del Rosatellum potrebbero chiamare in causa molti consiglieri regionale. Guccione, Battaglia, Scalzo da una parte, Ferro, Magno, Tallini e Nicolò dall’altra. Le correnti interne ai partiti sono in pieno fermento e i prossimi mesi saranno parecchio interessanti per capire che tipo di fine legislatura aspetterà Oliverio e i suoi.

Il centrosinistra continua a perdere pezzi

Per il momento è certo che gli ultimi movimenti interni abbiano indebolito il centrosinistra. Pasqua rappresenta sicuramente un consigliere in meno, ma anche l’uscita di Graziano, che da poco aveva aderito al partito di Gentile, è un problema per il governatore e potrebbe indebolire la maggioranza anche all’interno dell’Ufficio di presidenza.

 

Se poi si considerano i tanti, forse troppi, mal di pancia che si registrano tra gli scranni del centrosinistra (Guccione, Battaglia, Sculco, Sergio, Greco) non ci sarebbe da dormire sonni tranquilli per un centrosinistra che avrebbe bisogno come non mai di un momento di verifica interno.

 

Riccardo Tripepi