VIDEO | A caratterizzare il 2018 è stato il tracollo del Pd che ormai può contare su soli tre parlamentari, mentre nella pattuglia grillina ce ne sono ben 19. Intanto Forza Italia galleggia e la Lega avanza
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Il 2018 è stato l’anno delle stelle in Calabria. Quelle cinque incastonate nel simbolo del movimento fondato da Beppe Grillo, ma anche quelle cadenti e ormai finite nella polvere di un Pd a pezzi che da partito di governo della Regione è ormai ridotto ai minimi termini.
Le elezioni del 5 marzo scorso hanno fotografato in maniera plastica il declino della vecchia politica. Sugli attuali 32 parlamentari eletti in Calabria, 19 sono i pentastellati, appena 3 quelli democrat, ben 11 in meno della legislatura precedente, quando a Montecitorio e Palazzo Madama il centrosinistra mandò complessivamente 14 parlamentari.
Ed è proprio intorno a questa storica débâcle che ruota il bilancio politico del 2018 in Calabria, con il partito di governo regionale, il Pd appunto, che ha subito l’ultima mazzata proprio qualche giorno fa, con il provvedimento di obbligo di dimora notificato al presidente Mario Oliverio per il suo coinvolgimento nell’inchiesta della Dda di Catanzaro Lande desolate, che ha scoperchiato un presunto di giro di favori intorno agli appalti milionari per la costruzione della cabinovia di Lorica e dell’aviosuperficie di Scalea.
A fare da cornice alla desolante situazione del Partito democratico calabrese, ci sono le incerte sorti del congresso per l’elezione del nuovo segretario regionale, procedura che è stata commissariata dai vertici nazionali del partito, che hanno così esautorato il segretario uscente ma suo malgrado ancora in sella, Ernesto Magorno, e il responsabile organizzativo del Pd regionale, Giovanni Puccio. Per loro ci sarà una “badante” romana che dovrà cercare di condurre in porto il congresso, sebbene al momento sembra che la cosa interessi a pochi, visto il clima da day after seguito alle ultime batoste politiche e giudiziarie.
Galleggia ancora, invece, il centrodestra, con Forza Italia che è riuscita a mettere nel carniere del 2018 l’elezione dei presidenti delle province di Catanzaro e Vibo Valentia, rispettivamente Sergio Abramo e Salvatore Solano. Vittorie comunque non limpide, con Abramo, sindaco del capoluogo regionale, che fino all’ultimo ha rischiato un clamoroso capitombolo a causa dei franchi tiratori presenti nella sua maggioranza comunale, e Solano, che è stato eletto grazie ai voti di sei consiglieri comunali del Pd.
Tutto grasso che cola per Cinquestelle e Lega. Quest’ultima - in costante ascesa nei sondaggi che la vedono ormai puntare al 30 per cento anche nel Centro Sud - ha conquistato nel corso del 2018, i primi due parlamentari della sua storia calabrese: il deputato Domenico Furgiuele e lo stesso deus ex machina del nuovo corso leghista, quel Matteo Salvini che per i meccanismi della nuova legge elettorale ha conquistato il suo scranno al Senato proprio nel profondo Meridione.
Forte del risultato nelle province dimezzate, dove a votare però non sono i cittadini ma i consiglierei comunali, e galvanizzata dal declino del Partito democratico, dal canto suo
Forza Italia cerca ormai da mesi di mettere il cappello sulla candidatura alla presidenza della Regione, per la quale si voterà nell’anno che verrà. Il più gettonato al momento è il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, che deve fare i conti però con il dissenso interno capeggiato da Piero Aiello. Si vedrà.
Il 2018 si chiude con poche certezze e molti capitoli da scrivere per la politica calabrese, dalle Europee alle elezioni regionali, ciò che è certo è che i rapporti di forza sono cambiati e per molti volti noti della vecchia politica il viale del tramonto è punteggiato di stelle.