Il vicesindaco nel consiglio comunale convocato per annunciare le dimissioni del primo cittadino Policaro ha raccontato la vicenda. Nella coop difesa dall'amministratore lavora il cognato
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Ha lasciato una coda molto interessante, il consiglio comunale aperto di Polistena, anche dopo che il sindaco Marco Policaro ha comunicato la sua volontà irrevocabile di dimettersi. Gli interventi hanno offerto parecchi spunti sulle novità dell'antimafia sociale e politica polistenese. «Il sindaco lascia - ha detto il vice Michele Tripodi - ma le sue dimissioni sono una sfida alla ndrangheta». Non il solo inedito nella storia comunista, questo di un amministratore che molla - senza essere indagato e solo per una intercettazione contraddittoria - con Policaro che, parlando per la prima volta, ha definito «idiozie» quello che suocero e zio, arrestati nell'operazione faust, si sarebbero detti ovvero che l'amministratore avrebbe pagato i tributi che gravavano sugli uomini del clan Longo, quando era vicesindaco.
«Bene hanno fatto la Dda e le forze dell'ordine a non indagarlo», è stato questo il plauso particolare che Tripodi ha rivolto dopo che nei giorni scorsi la maggioranza comunista aveva affisso un manifesto in cui documenta che non risulterebbero pagati i tributi Imu di cui parlavano Antonio Ierace e Biagio Moretto.
Per don Pino Demasi, il referente di Libera che ha mandato un messaggio letto dal presidente del Consiglio, Angelo Borgese, «Molto fango è stato gettato sulle persone - sostiene - alimentando quella cultura del sospetto che è tipica della mafia».
Ancora un inedito, non tutte le intercettazioni sarebbero giornalisticamente e politicamente interessanti - attirittura sarebbe un sinistro messaggio mafioso, parlarne - ma non sono finite qui le novità.
«In 11 anni da amministratore - ha rivelato Tripodi con toni animati - solo una volta sono andato dal prefetto per chiedere la revisione di una interdittiva antimafia, perorando la causa di una cooperativa storica di Polistena», e il vicesindaco ha detto ciò rivolto al consigliere di minoranza Antonio Versavia, che è anche suo cognato e lavora in questa impresa. L'opposizione ha tentato di leggere un ordine del giorno, ma gli è stato impedito - il regolamento non lo contempla - ed ha fatto balenare la possibilità di chiedere l'arrivo di una commissione d'accesso. Una assiste riunitasi, dopo l'appello al rispetto delle norme anticovid, sciorinando diversi applausi all'indirizzo del sindaco, ma anche qualche intemperanza dal pubblico all'indirizzo del consigliere Multari quando stava illustrando un sospetto abuso edilizio che coinvolgerebbe persone vicine ad un amministratore, di cui non è stato fatto il nome.