I dem calabresi in una nota rispondono alle affermazioni fatte dal presidente della Regione in occasione del lancio della campagna di Pasqualina Straface: «Il governatore e l’intero centrodestra non hanno argomenti né proposte»
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«Roberto Occhiuto è in forte difficoltà, visto che, per lanciare il suo candidato sindaco di Corigliano-Rossano, ha sentito la necessità di attaccare il Pd in maniera inopportuna e scomposta. Significa che Occhiuto e l’intero centrodestra non hanno argomenti né proposte e che il tempo delle loro favole è finito, perché i cittadini non ci credono più». Non usa mezzi termini il Partito democratico calabrese per replicare al presidente della Regione Calabria Occhiuto che, in occasione del lancio della campagna elettorale della candidata sindaco a Corigliano-Rossano Pasqualina Straface, dal palco, ha lanciato diversi messaggi agli avversari e soprattutto ai dem: «Il Pd non ha vergogna e Stasi è un Masaniello».
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I dem della Calabria, che al presidente rimproverano da tempo «il vizio della propaganda e della doppiezza politica sfacciate», ironizzano: «Stavolta l’Occhiuto A, quello dell’ottimismo recitato, posticcio e ossessivo, è uscito allo scoperto, mostrando le proprie debolezze. Il presidente della Regione è andato in tilt perché avverte il peso dell’imminente sconfitta elettorale del centrodestra alle Comunali di Corigliano-Rossano. Per questo, si è dato allo sproloquio nervoso, rifiutando il confronto e omettendo di dire che la sua coalizione governa la Regione da quattro anni e mezzo, durante i quali tutti gli indicatori economici e sociali mostrano un forte peggioramento delle condizioni di vita dei calabresi».
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«Inutile, dunque, che Occhiuto – concludono i dem calabresi – ripari nell’accusa delle minoranze. Oggi è lui che ha la responsabilità e il dovere di governare la Regione. Pertanto, scaricare le proprie responsabilità sugli altri non gli servirà a nascondere le proprie né a vincere le Comunali a Corigliano-Rossano, che il centrodestra perderà come è già successo a Cosenza e a Catanzaro».