Il componente del gruppo Misto a Palazzo Madama attacca il Governo: «Al Meridione soltanto tra i 22 e i 35 sarebbero già garantiti con certezza, mentre gli altri non sono precisati nel documento inviato a Bruxelles»
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«Mentre i vari esponenti di governo celebrano le magnifiche sorti e progressive del nostro paese una volta che saranno arrivati i fondi dell'Europa, scopriamo che qualcosa nel Pnrr non torna. A quanto pare degli 82 miliardi di euro che spetterebbero al Sud soltanto tra i 22 e i 35 sarebbero già garantiti con certezza, mentre gli altri non sono precisati nel documento inviato a Bruxelles e comunque affidati a bandi in cui le capacità delle diverse amministrazioni potrebbero incidere in maniera pesante».
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, esponente del Gruppo Misto. «Visto così, sembra un bel gioco di prestigio. Per giunta, quel già ingiusto 40% al Meridione è da intendersi sugli investimenti “territorializzabili”, non sul totale. E ancora, stando ad autorevoli economisti, alcuni interventi accorpati al Pnrr erano già stati finanziati, come la rete Napoli-Bari».
«Se uno dei principi cardine di questo imponente pacchetto di misure europeo doveva essere il riequilibrio del divario tra Nord e Sud come volàno di rilancio dell'intero Paese - prosegue De Bonis - allora siamo lontani anni luce. La destinazione dei fondi al Meridione dovrebbe essere scevra da condizioni, bandi e distinguo: è indispensabile per centrare uno degli obiettivi prioritari, e vincolanti, dell'Unione europea. Ma già, è vero: siamo nel Paese in cui è ammissibile che in un concorso pubblico siano inseriti quesiti smaccatamente discriminatori verso i napoletani, dipinti quasi lombrosianamente come ladri atavici. La strada dell'equità è ancora molto lunga ahimè», conclude il senatore.