Il capogruppo regionale del partito democratico ha parlato anche del crollo del ponte della Sila-mare nel comune di Longobucco: «Ci sarà il tempo di individuare eventuali responsabilità. Su questo confidiamo come sempre nel lavoro della magistratura» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Mimmo Bevacqua, capogruppo regionale del Pd, è appena tornato da Longobucco, suo paese natale, balzato agli onori della cronaca per il crollo della Sila-mare, nel tratto inaugurato solo nove anni fa.
Lei e il resto dell’opposizione avete dato ampia disponibilità al governo regionale per arrivare ad una soluzione della questione…
«Su questioni di questo genere non ci può essere lotta politica. Abbiamo detto a chiare lettere che siamo disponibili a sostenere ogni iniziativa che la giunta regionale vorrà mettere in campo per mettere in sicurezza la strada e completare al più presto i lavori del nuovo lotto che doveva essere consegnato entro fine giugno per come dichiarato dal dirigente regionale ai Lavori Pubblici. Ci sarà poi il tempo di individuare eventuali responsabilità. Su questo confidiamo come sempre nel lavoro della magistratura...».
L’apertura quindi è limitata solo a questa vicenda?
«No, siamo pronti a confronti costruttivi su tutti i temi centrali che riguardano il futuro della Calabria, ad esempio ritengo che il presidente Occhiuto farebbe bene ad ascoltare le opposizioni sui fondi Por»
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In che senso?
«Nel periodo in cui il centrosinistra è stato al Governo della Regione la competitività e attrattività della Calabria è cresciuta, nei tre anni in cui ha governato il centrodestra, invece, questo indice è tornato ai livelli pre-pandemia. Guardi che non sono dati che dico io, ma la mappa 2022 della competitività tra le regioni dell’Unione Europea, appena pubblicata dalla Dg Politiche regionali della Ue».
I fondi europei qui però c’entrano poco…
«No c’entrano moltissimo sia pure indirettamente perché è chiaro che i fondi europei, la qualità della spesa degli stessi incide sulla competitività dei territori»
E in Calabria quindi come siamo messi?
«Glielo dico citando l’articolo del Sole24Ore: “La Calabria, con 58,9 è l’ultima regione italiana e arranca al 220° posto nella classifica della competitività Ue. Dietro ci sono solo alcuni regioni bulgare, rumene e greche. Questi sono i dati tutto il resto sono chiacchiere».
Per questo avete chiesto un consiglio straordinario sui fondi Por e sul Pnrr?
«Si, i ritardi che si stanno registrando a tutti i livelli. e che la sua testata ha evidenziato con grande precisione, stanno destando profonda preoccupazione e una Regione estremamente fragile come la Calabria non può permettersi di disperdere risorse. Riteniamo, dunque, indispensabile che la giunta regionale guidata da Occhiuto riferisca puntualmente sullo stato di attuazione di Pnrr e Por. Il Consiglio regionale non può continuare ad essere mortificato nelle sue funzioni e prerogative in quanto in ogni occasione possibile abbiamo evidenziato la mancanza di informativa in merito a tale problematiche. Debbo dire che anche l’assessore al ramo Minenna, non brilla per presenze alla Cittadella. Quello che vorremo capire è la visione che governerà i processi di spesa futuri. Qualcuno ha consultato le nostre università in merito ad un complessivo progetto di sviluppo della Calabria? Qualcuno si è chiesto come costruire un percorso di investimenti funzionali a tutta la regione? Non ci risulta, non ci risulta per niente. Ed è questa la cosa più grave»
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E per quanto riguarda il Pnrr?
«Lì la questione ci preoccupa ancora di più perché se sui fondi Por abbiamo dati e possibilità di controllo, il Pnrr resta un grande mistero. In un’intervista rilasciata a La Repubblica il Commissario della Zes, Romano, ammette il mancato avvio delle opere e ha dichiarato di avere scritto diverse lettere a enti e ministeri chiedendo semplicemente a che punto fossero le gare di appalto per le infrastrutture senza avere ricevuto mai alcuna risposta, maturando l’idea che tali fondi non saranno mai spesi. Eppure Campania e Calabria, insieme a tutte quelle delle regioni del Sud, sono state inserite nelle Zone economiche speciali (Zes) per accelerare le procedure burocratiche e agevolare nuovi insediamenti. Evidentemente, come spiegato da Romano, le Regioni meridionali restano poco attrattive per le imprese, anche perché in gran parte delle aree industriali sono semi abbandonate, con pochi servizi e senza collegamenti con porti e ferrovie. Anche il Commissario Gentiloni, del resto, ha fatto sapere che prima ci si mette al tavolo per le modifiche al Pnrr meglio è, anche per evitare di perdere i fondi già previsti per la terza rata in scadenza a dicembre. Vorremmo poi capire davvero cosa ha intenzione di fare il Ministro Fitto sul punto e quando terminerà la trattativa con Bruxelles perchè poi arriverà giugno con altre scadenze. Che faremo: continueremo a chiedere proroghe? La stessa Corte dei Conti della Calabria nella relazione semestrale di qualche settimana fa mette in evidenza le criticità nell'attuazione del Pnrr e delle Zes in particolare, nonostante la corposa struttura commissariale».
Quindi in conclusione cosa chiederete al Governatore Occhiuto in consiglio?
«Chiediamo nuovamente al governatore Roberto Occhiuto di rendere un’informativa sullo stato di attuazione dei progetti in Calabria in attesa che la stessa operazione la faccia il ministro Fitto in Parlamento. Non si può perdere altro tempo e, soprattutto, non possiamo correre il rischio di disperdere risorse. Vanno aiutati i Comuni nella progettazione e si deve far fronte all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che hanno fatto lievitare i costi originari dei vari progetti. Davvero serve uno sforzo unitario, senza distinzione di colore politico, per fare il punto della situazione e accelerare procedure e messa a terra delle risorse»
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Senta chiudiamo con un tema molto “caldo” ovvero la fusione fra Cosenza, Rende e Castrolibero. Lei come la pensa?
«Il tema della città unica dovrebbe diventare centrale nell'agenda politica dell'area urbana cosentina ma per essere tale non può essere calato dall’alto bensì frutto di un processo democratico che parte del basso. Io credo che la proposta presentata dal centrodestra presenta questo vulnus. Non bisogna avere fretta, ma una visione e progettualità tale da tenere insieme i vari territori e valorizzare le potenzialità e opportunità presenti nell' area cosentina. Se fosse passato l'emendamento da me contestato e poi ritirato dalla maggioranza (che si è sentita colta con le mani nella marmellata) i consigli comunali sarebbero stati esautorati dalla loro potestâ di aderire o meno attraverso il referendum consultivo al processo di fusione. Non capisco come mai in questo ragionamento siano stati esclusi altri comuni per me fondamentali nella costruzione e visione di una grande città».