Finalmente si sa qualcosa sul Pnrr. O meglio si conosce la cifra che dovrebbe essere destinata al Sud. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ieri in visita alla Camera di commercio di Reggio Calabria ha infatti rivelato agli imprenditori presenti all’incontro che sarebbe in dirittura d’arrivo un apposito decreto per stanziare 100 dei 230 miliardi di euro complessivi, proprio per il Mezzogiorno. Una cifra che si aggira intorno al 40% delle risorse complessive.

Per il ministro molto importante sarà puntare sulla partnership pubblico-privato che consente di fare dei project financing che moltiplicano quel numero di soldi che si stanno investendo. Giusto per dare una idea, Di Maio ricorda che dei 27 stati membri che si sono indebitati per finanziare il Recovery fund, Italia e Spagna avranno la metà di tutti i soldi del Recovery. Quindi ci saranno 25 Stati che vorranno sapere dagli altri due come verranno spesi i soldi per cui si sono indebitati.

Di Maio: «A luglio acconto di 25 miliardi»

«Fa tremare i polsi sapere che a luglio abbiamo ricevuto un acconto di 25 miliardi di euro» afferma il Ministro davanti al presidente dell’Ente camerale reggino, Ninni Tramontana.

E per dare una dimensione alle risorse in ballo, Di Maio ha raccontato che da quando è in Parlamento ha fatto sette leggi finanziarie, rimarcando come prima con 25 miliardi si faceva la legge di Bilancio di fine anno.

«Qui non c’è da fare solo la rete ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria – sottolinea Di Maio -. Noi dobbiamo utilizzare questi fondi per gli investimenti nelle città e se il 67% di questi fondi va in transizione digitale ed ecologica dobbiamo dirci che questa è la grande opportunità per digitalizzare sia il sistema di imprese privato sia il sistema pubblico di enti per far si che lì dove non abbiamo infrastrutture materiali possiamo compensare con la banda ultra larga. Possiamo compensare con i trasporti digitali».

E-commerce nuova frontiera

L’export, ha detto Di Maio agli imprenditori reggini, oggi si basa anche sull’e-commerce che sta crescendo a livelli vertiginosi e che vede l’Ice le Camere di commercio, le Regioni, i Comuni e il Ministero degli Esteri in partnership firmare un accordo con Alibaba, che è la Amazon cinese, il più grande market place al mondo, e quella che è la Amazon Statunitensi, insieme a tanti altri market place: «Abbiamo costruito un progetto per riuscire a portare il made in Italy con delle vetrine su questi grandi market place. Ma è chiaro che se gli imprenditori non hanno una velocità di connessione, di digitalizzazione, tali da poter affrontare questa opportunità rischiamo solo di portarli in un altro buco nero. Questo noi non lo vogliamo»,

Ed è anche per questo che, per il ministro, il Pnrr non è solo un problema di credibilità del Sud o dell’Italia, ma di tutta l’Europa. «Anche perché – ha aggiunto Di Maio - i mercati hanno reagito molto bene a questo Piano di indebitamento per i 230 miliardi italiani, ma è anche vero che tra un po' arriverà la prima richiesta per sapere come abbiamo speso i primi 25 miliardi di euro di acconto e se non li abbiamo spesi in fretta e bene non solo non arriveranno gli altri, ma ci saranno anche fibrillazioni sui mercati rispetto all’esposizione che questi euro bond – che poi non li possiamo chiamare così se non si arrabbiano altri paesi – daranno come prestazione».

Di Maio: «Ok a fondi strutturali e riforme»

«Noi – ha continuato il ministro - stiamo procedendo da due anni in stretta collaborazione con le Camere di commercio per implementare questo patto. A fine anno nella legge di Bilancio metteremo i fondi strutturali, significa che le imprese avranno, per tre anni almeno, la certezza dei fondi che ci sono e che sono a disposizione. È chiaro che riforma del processo civile e penale e semplificazione della pubblica amministrazione garantiscono alle aziende la loro agibilità per incrementare il fatturato sia in Italia che all’estero ma questi temi che sono le riforme che stiamo facendo per riuscire ad ottenere i fondi del recovery fund sono anche fondamentali per l’attrazione degli investimenti».