Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Anna Rita Leonardi non correrà alle prossime amministrative e non sarà sindaco di Platì. Dopo l’impegno profuso per un anno di campagna sul territorio che, in ogni caso, ha avuto il merito di accendere i riflettori sul centro aspromontano, il passo indietro arriva a poche ore dalla presentazione delle liste.
Pare che l’input sia arrivato da Roma, dopo una riunione dei colonnelli di Renzi alla quale avrebbe preso parte anche la stessa Leonardi. L’annuncio però è stato dato dalla stessa “pasionaria” democrat sulla sua pagina facebook.
“A poche ore dalla presentazione delle liste, con i documenti ritirati e tutto pronto per la consegna, sono profondamente rammaricata nel dover comunicare che non concorrerò alle elezioni a sindaco di Platí. Questo annuncio inaspettato e improvviso, arriva dopo un anno di lavoro passato sul territorio e dopo un investimento reale e concreto da parte del Partito Democratico, a partire da quello del nostro segretario nazionale”.
Poi il passaggio in politichese che spiega nel dettaglio che la scelta è stata consumata nella Capitale.
“Giorni fa, a seguito di alcuni elementi emersi, sono stata convocata ad una riunione a Roma ed insieme ai vertici del partito, abbiamo dovuto constatare che non c'erano più le condizioni politiche e di agibilità per svolgere serenamente la campagna elettorale. Questa decisione la prendo con piena consapevolezza, anche in virtù di quanto abbiamo costruito in questo anno di lavoro.
Un lavoro che non solo non andrà perso, ma che intendo proseguire concretamente, seppure in altre forme, per il rilancio del territorio e di tutti i cittadini perbene di Platí”.
Una decisione “sofferta” spiega la Leonardi che sarà spiegata con maggiore chiarezza nei prossimi giorni. Ed è proprio la “chiarezza” quella che viene invocata nei tanti commenti seguiti al post della ex candidata. Ed è la chiarezza quella che la Leonardi e lo stesso Pd devono alla comunità di Platì e a tutti i calabresi per spiegare un passo indietro che è incomprensibile specie per i tempi con i quali matura e che, di fatto, annulla una strategia politica della quale si erano fatti garanti anche i luogotenenti locali del partito. Occorre capire quali siano le condizioni di agibilità che mancano e quanto abbia influito il tritacarne mediatico che gli oppositori della Leonardi (“ragazzina”, “inadeguata” e “impreparata” per richiamare qualcuna delle espressioni riservatele dai più critici) abbia, infine, raggiunto il suo obiettivo. La crudezza dei giudizi rivolti alla Leonardi nel corso di questo anno ha raggiunto vette inaspettate specie per una platea di osservatori politici che ben ha tollerato e tollera inadeguatezze e impreparazioni di ogni livello.
In ogni caso, messi da parte pregiudizi e violenze verbali, gli osservatori “laici” della politica in salsa calabrese hanno il dovere di indagare su un’altra pagina oscura della politica nostrana che ha ulteriormente dimostrato come le pressioni esterne più o meno ignote e le gogne mediatiche siano l’unico meccanismo che funzioni a queste latitudini.
Il tutto mentre gli interessi e i bisogni delle collettività, i programmi politici, le competenze e il confronto tra le diverse posizioni è confinato alle ingiallite pagine di storia di una politica che non esiste più.
Riccardo Tripepi