Tre Comuni, Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando - che sorgono intorno al porto più blindato del mondo - e che sommano appena 14 vigili urbani in tutto, all’indomani del blitz contro l'assenteismo degli agenti gioiesi.

«Sono rimasti in tre nel nostro Comando di polizia locale», commenta amaramente Valerio Romano, vicesindaco e assessore al Personale di Palazzo Sant’Ippolito a Gioia Tauro. Si scopre fra l’altro che dopo le misure cautelari che hanno colpito 7 “fischietti” indagati dalla Procura di Palmi, i 3 superstiti hanno dei permessi particolari che li esentano dalla vigilanza sul territorio, potendo solo fare lavoro d’ufficio.

A San Ferdinando

Colpiti a affondati nella cittadina di 20.000 abitanti, che rischia di fare la fine di un altro paese dell'area portuale, San Ferdinando che di abitanti ne fa 4.000, che all'annientamento del Corpo per via giudiziaria è ormai assuefatto.

«Il nostro Comando è senza uomini da 7 anni – spiega l’assessore al Personale Luca Gaetano – ricorriamo a quello che si chiama scavalco, ovvero arrivano per 14 ore a settimana tre agenti della polizia locale palmese, compreso il comandante Managò».

A Rosarno

Una modalità part time che costa al Comune quasi 40.000 euro, con l’aggravante che queste risorse spese annualmente «prosciugano il fondo ad hoc impedendoci di fare altre assunzioni a tempo determinato».
Neanche nel terzo centro del distretto portuale, a Rosarno, 15.000 abitanti – cittadina che all’ingresso ha un cartello che avvisa come il territorio sia videosorvegliato - se la passano bene visto che hanno solo 6 agenti sui 20 previsti.

«È chiaro che è un organico sottodimensionato – specifica il sindaco Giuseppe Idà – anche se di recente abbiamo potuto fare due assunzioni che aspettiamo di perfezionare con l’approvazione del Bilancio».

La borsa è chiusa, o si chiuderà per tutti, e quando agli amministratori chiedi un'opinione sul possibile varo di un unico Corpo per 3 Comuni – visto che da decenni si parla di costituire una fantomatica “città del porto” – la sensazione è che non è tempo neanche per l'amministrazione creativa. «Sono favorevole a sederci intorno a un tavolo e analizzare questo tipo di proposta tutti assieme – risponde Romano – ma Gioia Tauro in questo momento ha un problema immediato: deve trovare il personale disposto a venire a lavorare per il nostro Comune». C’è l’esigenza di tamponare la falla, ma l’incubo di una situazione straordinaria che si cronicizza è dietro l’angolo, visto che l’ente sta chiedendo il supporto alla prefettura per qualche intervento tampone.


«Anche io sono disponibile a ragionare si servizi in comune – conclude il sindaco Idà – ma il presupposto è che ogni singolo ente risolva il suo problema, per evitare il rischio che l’eventuale Corpo unico creato sia la sommatoria di tanti limiti ereditati».