Antonella Grippo sceglie di evocare Kubrick e la sua Arancia meccanica per tracciare un parallelo tra il protagonista della fortunata pellicola che subiva una cura shock e la “politicanza nostrana indigena” sulla quale il decisionismo di Roberto Occhiuto ha impresso gli effetti devastanti e risveglianti dell’elettroshock di kubrickiana memoria all’insegna di un nuovo mantra: muoversi e guadagnare tempo. Una cura che per la giornalista di Sapri ha anche il sapore dell’addestramento del sergente Hartman in Full metal Jacket.

Il primo Consiglio

Tra gli ospiti in studio, c’è il commissario regionale della Lega Giacomo Saccomanno, che commenta la prima seduta dell’assemblea legislativa calabrese: «Per la prima volta si è riusciti a raggiungere il risultato in maniera immediata ed è merito di Occhiuto, stabilendo regole e posizioni. La Lega è più che contenta perché quelle ottenute erano le postazioni richieste».

Per Francesco Sapia, deputato de “L’alternativa c’è”, il Consiglio regionale ha mostrato l’ennesima spartizione delle poltrone su una logica di consociativismo tra centrodestra e centrosinistra che riflette il quadro nazionale. «Dopo la defenestrazione di Nino Spirlì – ha aggiunto sarcasticamente - mi sarei aspettato di averlo accanto come opinionista. Questo è il peso specifico della Lega in Calabria: inesistente come Fratelli d’Italia».

Rispetto alle rimostranze del Polo civico di de Magistris e dei suoi consiglieri che lamentano un Pd arrogante e pigliatutto, la deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio fa spallucce, sostenendo che «il Pd, che ha preso più voti degli altri, ha fatto ciò che doveva: non capisco dove sia il consociativismo. Ci si è mossi in pieno rispetto delle norme». Per Sapia però il consociativismo c’è ed è reale, dimostrato anche dal voto in più preso da Mancuso per l’elezione.

Rispetto all’elezione di Filippo Mancuso che all’ultima curva ha superato Giovanni Arruzzolo per l’ambita poltrona di presidente del Consiglio, il politico rosarnese maschera a fatica la propria delusione e ammette: «Se fosse spettato a Forza Italia avrei fatto io il Presidente del Consiglio. Nella ripartizione delle caselle la politica fa il suo corso. Occhiuto ha dimostrato lungimiranza, perché poteva dare anche qualcosina in meno a Lega e Fratelli d’Italia che hanno avuto di più rispetto al 2020 nonostante il risultato peggiore. Conosco le dinamiche della politica, e non ci sono rimasto male. Ho avuto Mancuso segretario questore per un anno, e sono sicuro che farà bene».

Il ritmo di Occhiuto piace anche a Bruno Bossio (Pd)

L’ex presidente del Consiglio regionale, Giovanni Arruzzolo, fresco di nomina a capogruppo degli azzurri elogia il neo presidente: «Forza Italia in Calabria sempre tra le prime compagini della coalizione. Rispetto al 2020 è stato l’unico partito a crescere. È vero che FI e Forza Azzurri insieme fanno il 50% della coalizione, ed Occhiuto ha ragione a dire quello che ha detto, in meno di un mese ha ottenuto la delega al Commissariamento alla Sanità».

Di ritmo abbastanza sostenuto, in questo primissimo scorcio di legislatura parla la deputata dem Enza Bruno Bossio, che aggiunge: «Sulla questione della sanità sono contenta che il Commissario sia il presidente Occhiuto, ma va ricordato che è in quella posizione in nome e per conto del governo dove c’è una maggioranza diversa di quella della Regione e deve anche ascoltare gli altri». La deputata però ritiene che il “decisionismo” di Occhiuto è una cosa utile in Calabria dove tutto si trasforma in palude. «Il problema vero è che quando si deve governare bisogna comunque fare delle scelte, e serve il contributo di tutti, maggioranza e opposizione».

Sapia, critico sul cambio di passo “moderato liberale” dei pentastellati, sottolinea che i 5 stelle sono in Consiglio grazie a Conte: «Mi chiedo cosa è venuto a fare Conte in Calabria, quando non ha risolto alcuno dei problemi della Calabria che gli abbiamo sottoposto. È venuto solo a fare “uomini e donne”». Cesare Badolato, avvocato penalista e opinionista, lo definisce un “democristiano craxiano” una riedizione dello statista socialista con trascorsi dorotei.

Il pasticcio Sacal

Dopo le parole di Occhiuto sul caso della privatizzazione di Sacal ha provocato uno smottamento in diversi ambienti. Per Saccomanno la situazione della Società che gestisce gli aeroporti calabresi va approfondita. «Sotto l’aspetto politico ritengo che Spirlì ha fatto tutto bene in un periodo difficile, può darsi che qualche funzionario abbia dato indicazioni sbagliate e su questo bisogna stare molto attenti. Non penso che Nino Spirlì abbia delle responsabilità».

Arruzzolo conferma la riunione in cittadella di luglio, mentre la Bruno Bossio, protagonista insieme a Viscomi di una interpellanza sulla questione Sacal, invoca un ravvedimento operoso dei privati che comunque hanno annunciato di essere pronti a cedere le quote ai soci pubblici.