Fi, Fdi e Lega si rivedranno nei prossimi giorni per chiudere la partita sulle regionali. Il nome della coordinatrice di Forza Italia in Calabria non piace alla Lega ed è divisivo anche tra gli azzurri. Così rispunta l'ipotesi Chiaravalloti
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Un comunicato in politichese per dire che i leader di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno raggiunto un accordo «sui profili dei governatori e sulla composizione delle liste per le Regioni che andranno al voto e che sarà perfezionato nei prossimi giorni», è stato il risultato ufficiale del vertice di Arcore.
In buona sostanza un ennesimo nulla di fatto per Silvio Berlusconi, Giorgi Meloni e Matteo Salvini che si rivedranno nei prossimi giorni per chiudere la partita. Una fumata nera che è grave soprattutto per la Calabria dove si vota il 26 gennaio e le liste vanno depositate tra meno di 20 giorni. Il rinvio, l’ennesimo, è frutto delle tensioni altissime che stanno portando allo scontro Forza Italia e Lega, ma che animano anche gli azzurri al loro interno.
Il nome di Mario Occhiuto, fatto dal coordinamento regionale oltre un anno fa, è indigesto a Matteo Salvini e anche durante il vertice di ieri il niet è stato categorico: serve rinnovamento e un candidato che non rischi di essere sospeso dalla legge Severino subito dopo essere stato eletto. Il rifiuto leghista è inevitabile anche sul fratello Roberto che ha pure la pecca di essere troppo vicino a Mara Carfagna. La pista di lavoro nuova proposta da Berlusconi, allora, è stata quella della coordinatrice regionale Jole Santelli in persona. Nome sul quale la riunione si è poi aggiornata per dare modo alle diplomazie di lavorare. Sulla candidatura della coordinatrice la Lega non è convinta: bocciare il sindaco del Comune di Cosenza in dissesto e candidare il suo vice non pare la mossa giusta per dare un segnale di rinnovamento ai calabresi. Ma il nome di Jole Santelli risulterebbe indigesto anche ai fratelli Occhiuto che iniziano a sentire odore di tradimento interno. La deputata deve poi difendersi anche dall’opposizione dei dissidenti azzurri che da sempre sostengono il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che non dispiacerebbe né a Lega, né a Fdi. Berlusconi, dunque, è in grave difficoltà e qualunque scelta rischia a questo punto di potere spaccare il partito. E non a caso, a vertice finito, è tornato a circolare anche il nome del magistrato Caterina Chiaravalloti che per la Lega avrebbe tutte le caratteristiche della candidatura di superamento.
Anche perché il Cavaliere ha da tenere insieme le truppe pure per quel che riguarda Campania e Puglia, dove le tensioni non sono minori. L’ipotesi Stefano Caldoro in Campania non convince Mara Carfagna alla quale Berlusconi avrebbe offerto, ancora senza successo, la candidatura che un tempo le aveva negato. Mentre il gioco dei veti incrociati potrebbe far partire una guerra in Puglia dove parecchi forzisti non vogliono Raffaele Fitto, proposto da Fratelli d’Italia.
Berlusconi a Salvini avrebbe detto proprio questo: se va avanti il gioco dei veti anche nelle altre Regioni ci si troverebbe a gestire la stessa situazione venutasi a creare in Calabria.
Ed allora la decisione di aggiornare il vertice è stata inevitabile, anche perché se Forza Italia, ormai ridotta al 5% nei sondaggi a livello nazionale, dovesse implodere proprio nelle Regioni del Sud da sempre bacini generosi per il consenso azzurro, sarebbe la stessa coalizione a trovarsi in difficoltà, rischiando di rimettere in partita il centrosinistra.
Riccardo Tripepi