Autostima ed autoasticella. Piazzata al 15%, con l'ottimismo che non può mancare a guardare l'istmo dal decimo piano della Cittadella e il realismo (se non pessimismo) che invece conquista a dar retta ai cellulari del potere sparsi in giro.

Il 15% per Forza Italia in Calabria la linea del fronte “europeo”. Sopra si vince alla grande mentre al di sotto si rischia di fare un torto ai 30 mesi di “rivoluzione” illustrati dal governatore Occhiuto in una conferenza stampa spalmata in modalità celebrativa. Numeri che in ogni caso non è dato sapere quanto possano incidere, in un senso o nel suo contrario, rispetto a quella che di giorno in giorno trova sempre più conferma come indiscrezione “glocal”, cioè a Roma e nelle segreterie dei candidati di Calabria.

A Roberto Occhiuto non dovrebbe essere in alcun modo preclusa una postazione da ministro nel governo Meloni in occasione di un rimpasto che ormai è dato per certo tra settembre e ottobre. Un ruolo forte e percettibile che non è semplice però disgiungere dalle sorti proprio del consenso europeo che Forza Italia sarà in grado di intercettare in Calabria il 9 giugno e sul quale proprio il presidente di Regione ha impresso la sua sagoma. Il tutto, che non è affatto poco, preceduto dalla scalata della deputata messinese azzurra Matilde Siracusano al vertice della commissione Bilancio al posto proprio di Mangialavori con il quale (anche questo non è un inedito) il sangue buono non correrebbe più.

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Preliminari di “ristrutturazioni” del potere nazionale che per un mese in ogni modo si tenterà di sterilizzare al cospetto dell'esito del voto europeo anche se, a onor del vero, non sarà affatto semplice riuscirci. Perché tutto in qualche modo, anche l'inerzia, passa dalle schede del 9 giugno.

Persino il più clamoroso degli “scismi” familiari, se di dinasty politica ve ne è una in Calabria, si deve per forza consumare in un senso o in un altro in questo mese che precede il voto. Il riferimento inevitabile corre spedito verso la famiglia Gentile con l'ex sottosegretario Tonino in prima fila tra abbracci e baci con Occhiuto e Tajani e il consigliere regionale Katya, figlia di Pino, che sbatte la porta in faccia proprio al partito del presidente di Regione (un remake, dopo l'intifada con il fratello Mario ai tempi della regnanza di Cosenza). Cannizzaro a rassicurare Tonino sul certo e imminente ingresso del figlio Andrea alla Camera nel mentre Pino Gentile se ne sta apparentemente sottotraccia (come è nel suo stile) in attesa di conoscere approdi più autorevoli e di prospettiva per la figlia consigliere regionale. Senza più coni d'ombra. Sta nel gruppo Misto, attualmente. Un'occhiata sensibile a Fdi e un'altra più sospettosa all'indirizzo della Lega e di Durigon che pare abbia alzato un po' il freno cammin facendo. La transizione è ancora possibile ma le diffidenze non è semplice superarle prima del 9 giugno anche se questo non vuol dire che Katya Gentile preferirà il mare alle urne.

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Apparentemente più rassicurante la prospettiva per il cugino Andrea, figlio di Tonino. Incassano entrambi il sorriso sornione di Ciccio Cannizzaro ma in giunta per le elezioni il cammino è ancora lungo. C'è da riconteggiare tutte le schede con il nuovo criterio modificato post mortem, cioè a voto consumato. Ad Andrea Gentile dovrebbero essere assegnati come voti validi tutti quelli che nell'uninominale portano il simbolo a lui ma anche ad altri partiti della coalizione (tecnica usata invece proprio per farlo fuori dagli stessi alleati). Voti che sono stati annullati e che se assegnati invece potrebbero spalancare le porte per la Camera ad Andrea Gentile. Ma il percorso non è agli sgoccioli, le schede non sono poche e dopo il verbale di giunta si passa all'aula del Parlamento per il via libera finale senza contare che in un seggio del Cosentino sarebbero sparite tutte le schede proprio di Andrea Gentile cosa che, se certificata, potrebbe condurre al riconteggio dell'intera circoscrizione. Se va bene, ma proprio bene bene, l'iter potrebbe consumarsi in senso positivo tra il tardo autunno e l'inizio del nuovo anno.

Quel che conta però è “muoversi” adesso, prima del 9 giugno. E chi immagina che solo il circo della regnanza politica si dia un gran da fare rischia di sottostimare il fenomeno. Persino la docenza più illustre e “magnifica” di Calabria è in movimento nei pressi del voto continentale. Il rettore dell'Unical, Leone, è in scadenza. Ma non per questo lo sono le ambizioni. Che anzi crescono. C'è un posto da sottosegretario al Miur che scalpita per essere intercettato. Il comando lo detiene Fratelli d'Italia. Le foto tra Leone e Occhiuto, come amarcord, in ogni caso non verranno messe via.