Per Matteo Salvini è già Natale. Il più bel regalo che poteva ricevere gliel'ha consegnato oggi un inedito Santa Claus in divisa e in clamoroso anticipo sul calendario, un ufficiale del Reparto operativo dei carabinieri di Palermo, che ha recapitato una busta al capo del Viminale. Dentro c’era la lettera firmata dal Procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Loi, che con garbo istituzionale si è rivolto “all’Ill.mo Sig. Ministro” per informarlo che ha investito il competente Tribunale dei ministri affinché indaghi nei suoi confronti per i reati di sequestro di persona a scopo di coazione, abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, per quanto avvenuto sulla nave della Guardia costiera italiana Diciotti, che arrivò a Catania il 20 agosto scorso con 137 migranti eritrei a bordo, ai quali per cinque giorni fu impedito di sbarcare proprio per il No del ministro dell’Interno.

 

Capolavoro completo

Una vicenda che ha già consentito a Salvini di raccogliere palate di consenso sui social tra coloro che nutrono sentimenti di totale ostilità nei confronti dei migranti, che siano profughi in cerca di asilo politico o meno (e chi viene dall’Eritrea lo è). Ma ora il capolavoro è completo, con un avviso di garanzia che per Salvini è come una medaglia luccicante da appuntarsi al petto da qui alle prossime elezioni europee che si terranno a maggio 2019, puntando a raggiungere la fatitica "soglia Renzi" del 40 per cento.

 

La Procura sbertucciata

Per ora la lettera del procuratore l’ha incollata sul muro del suo ufficio al Viminale, riprendendo tutto in un video di 12 minuti postato su Facebook che scardina la retorica democratica e costituzionale dell’indipendenza dei poteri dello Stato.
Nella clip la lotta è assolutamente impari. La Procura della Repubblica viene sbertucciata mostrando ai milioni di follower che seguono la sua pagina, la busta gialla inviata dagli uffici giudiziari di Palermo.

 

La lettera letta in diretta Facebook

«Di solito - dice il ministro rivolto alla telecamera dello smartphone - quando vi vengono a suonare il campanello con una busta del Comune, o della Finanza, o delle Entrate, non sono mai buone notizie. Uno subito pensa: non avrò pagato la spazzatura? Ho versato il bollo auto? Mi sono dimenticato un pezzo di Tari o di Imu? Niente di tutto questo…».
È solo l’incipit del monologo, un inizio che aumenta l’empatia con “l’uomo qualunque” che ascolta e che brama di sentire il resto. Salvini apre la busta in diretta, ma prima di mostrarne il contenuto ringrazia “i 3 milioni di persone che lo seguono su Facebook». «Siete miei complici – dice rivolto a loro -, perché siete voi che mi chiedete di fare quello che sto facendo, cioè difendere i confini». Al termine della lettura dei reati per i quali è indagato e di alcune considerazioni sul fatto che lui è stato eletto a differenza dei giudici che pretendono di inquisirlo, appende al muro la missiva con gli stemmi della Repubblica e la definisce la sua “medaglietta”.

 

Come un bambino che riceve la Play

Uno show di straordinaria efficacia, con la lettera della Procura scartata con la stessa gioia di un ragazzino di 10 anni che riceve la sua desideratissima console per videogiochi di ultima generazione. Una felicità che deriva dalla consapevolezza di aver fatto un pieno di benzina di prima qualità, da Formula uno, per accelerare lungo i tornanti di una campagna elettorale lungo i quali non ha mai smesso di accelerare dalle Politiche dello scorso marzo.

 

Un'arma di distrazione di massa

Nei giorni del braccio di ferro sulla Diciotti, quell’avviso di garanzia Salvini se l'è cercato con lucida ostinazione e l’ha ottenuto. Un’arma di distrazione di massa con un raggio d’azione enorme, capace di obnubilare tutte le flat tax e le leggi Fornero del mondo, tutti gli asili gratuiti e tutte le grane giudiziarie del partito, fino alla stessa promessa di fermare i clandestini, perché ci sarà sempre qualcuno a cui dare la colpa per le cose che non si possono fare.

 

Come al solito Uno non vale Uno

Ma c’è una differenza sostanziale tra il ministro dell’Interno e uno qualsiasi dei suoi follower che in questo momento continuano a inondare di like (quasi 90mila dopo appena 4 ore) e commenti (70mila nello stesso arco di tempo) il suo post: se uno di loro avesse fatto la stessa cosa, prendendosi gioco di un procuratore della Repubblica con una diretta Facebook, i carabinieri sarebbe tornati in fretta a fargli visita. Così in fretta che non avrebbe avuto neppure il tempo di appiccicare la lettera al muro.


Enrico De Girolamo