Un grosso sospiro di sollievo. Di quelli a pieni polmoni e con tanto di occhi sollevati al cielo in fase di apnea.

Per Gianluca Gallo, evidentemente sue le probabili e intime felicitazioni, si allontanano sempre di più le insidiosissime urne europee di giugno. L'ultima gara che avrebbe voluto e vorrebbe disputare. La prima a cui invece non può mancare inchiodato com'è dalle movenze di Roberto Occhiuto (con tecniche non sempre britanniche). Una sola speranza per Gallo così da sfuggire allo stress test imposto dal presidente, una e una soltanto al netto di una rottura ad evidenza pubblica non preferita fin qui come strategia.

La discesa in campo di Totò Tajani come capolista di Forza Italia alle Europee in tutte le circoscrizioni. Il gigantesco e più che valido alibi che nessuno, persino il consigliere regionale più votato della storia del regionalismo calabrese, può solo immaginare di fare ombra o di spuntarla al cospetto del leader nazionale del partito. Della serie, non servono “motivazioni” locali o di stretta emanazione della Cittadella, con tutto quello che questo significa quando si aprono urne conterranee. Basta e avanza il nome di Tajani per “eccitare” un consenso azzurro a cui nessuno potrà sottrarsi in Calabria.

Leggi anche

Ed eccolo il colossale sospiro di sollievo di Gianluca Gallo, eccolo sullo sfondo. La candidatura di Tajani, fin qui auspicata fino a delinearsi come desiderata da Gallo, è più possibile che mai. Persino probabile, a questo punto, e senza dar retta per forza a chi la considera ormai certa. Una candidatura da far coppia nel Mezzogiorno con Fulvio Martusciello, il super sponsorizzato dall'inizio proprio dallo stesso Tajani. Di più. Per far rieleggere il deputato uscente campano il segretario nazionale di Forza Italia ha stratificato di tutto e di più in questi mesi, ponendo la sua rielezione come unico e intimo obiettivo del partito al Sud anche a costo di rompere ventennali rapporti come quello con l'altro eurodeputato uscente poi transitato (per forza di cose) nella Lega, Aldo Patriciello. Proprio la strategia del Martusciello a tutti i costi, e costi quel che costi, ha in qualche modo costretto la Cittadella a far scaldare i migliori “muscoli” del consenso in vista del voto continentale, anche in considerazione di una sfida nella sfida che Roberto Occhiuto lancia al contrario e cioè verso la segreteria nazionale.

Leggi anche

Da qui il “Gianluca tocca a te”, per forza. Debole o poco percettibile la corsa di Succurro o Princi a fianco (come portatrici d'acqua) di Martusciello. Gallo con le spalle al muro è storia nota ormai mentre lo è un po' meno invece “l'uscita di sicurezza” che inevitabilmente per lui rappresenterebbe (e rappresenterà) la candidatura di Tajani. Il segretario nazionale che non ha certo bisogno di tutor del consenso in giro per le regioni, almeno sulla carta. Conta la bandiera, e le partite che ogni leader regionale si gioca. Non occorre altro, almeno sulla carta. Con il segretario nazionale in campo nessuno, persino il presidente di Regione, può in alcun modo “costringere” il consigliere più votato e assessore più “esposto” a predisporre l'immensa e insidiosa macchina del consenso solo e soltanto per farsi le foto con Tajani e Martusciello e con Roberto Occhiuto a sorridere a pieni denti.

Altro spazio immaginabile, per il consigliere regionale più votato e l'assessore più “esposto”, non lo si riesce proprio a rintracciare con Tajani capolista. Eccole le condizioni ideali per il “sospiro di sollievo” di Gallo che di correre per la (finta) Europa non ne ha mai avuto alcuna intenzione anche perché è questo un incastro elettorale che si prefigura per lui sin dall'inizio come la più classica delle bucce di banana. Della serie, dividendi per la vittoria e solitudine per la sconfitta. Tajani in campo, tutto questo, lo scongiura. Basta il leader nazionale per far la guerra giusta contro Lega e Fdi. E basta a tutti in Forza Italia, a pensarci bene. Chi potrà il 10 giugno andar lì per il sottile se c'era Tajani in campo...