Le elezioni di Napoli e Roma hanno poi monopolizzato l’attenzione dei big del partito. Per la Calabria, come spesso succede, scampoli di discussioni ai margini del dibattito. Sono state tuttavia consegnate a Guerini le firme raccolte a Cosenza per chiedere le primarie e, a questo punto, pare assai probabile che il segretario Magorno sarà costretto a organizzarle sia nel capoluogo bruzio che a Crotone. Anche perché le strade che portano a soluzioni unitarie sono assai difficili da percorrere, come dimostra lo stallo assoluto delle attività della super commissione istituita a Cosenza per non fare esplodere il caso legato alla nomina di Aiello. L’organismo, al momento, non ha prodotto alcun risultato apprezzabile. Il 7 marzo dovrebbe essere l’election day in cui le consultazioni si svolgeranno su tutto il territorio nazionale con le regole che saranno inoltrate alle varie federazioni nei prossimi giorni.


A Cosenza, dunque, si dovrà adesso passare all’individuazione delle varie candidature. E pare assai probabile che la minoranza dem del partito, proseguendo lungo i paradossi delle appartenenze calabrese, possa sostenere Lucio Presta, il manager delle dive in campo da tempo che è uomo assai vicino al premier Renzi. Scontato l’impegndi Carlo Guccione sul quale si sta catalizzando tutta l’area critica nei confronti della gestione Oliverio. Paolini (sempre che Guccione non scelga di correre in prima persona) dovrebbe essere l’uomo di riferimento. Si guarda con attenzione poi alle mosse di Ala, il movimento fondato da Denis Verdini, al quale guarda con attenzione Giacomo Mancini, ancora iscritto a Forza Italia. Dopo le tre vicepresidenze delle Commissioni del Senato affidate agli uomini di Denis non può escludersi neanche che lo stesso Mancini possa prendere parte alle consultazioni. La situazione, insomma, si complica assai per il Pd che dovrà in tempi rapidi arrivare ad una sintesi per non concedere ulteriore vantaggio al sindaco uscente Mario Occhiuto.


Ancora più indietro la situazione a Crotone dove rimangono in piedi le ambizioni del segretari provinciale Pantisano, ma si è lontani dall’individuazione sia di un’eventuale candidatura unitarie che degli esponenti da far correre alle primarie.


Il tempo tuttavia stringe ed è tiranno. Risultati negative alle amministrative non sarebbero certo un buon viatico né per la leadership di Magorno che per la stabilità del governo regionale. Carlo Guccione (e c’è da giurare che non è il solo a pensarla così) non perde occasione per sottolineare che ad urne chiuse per il Pd calabrese dovrà comunque aprirsi una nuova fase.

Riccardo Tripepi