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COSENZA – Che il Partito Democratico in Calabria sia allo sbando lo si capisce anche dalla superficialità e dal pressappochismo con cui viene gestita l'immagine e la comunicazione. Oggi il segretario regionale Ernesto Magorno ha convocato una conferenza stampa urgente nella sede democrat di Viale Trieste. Solo un'ora di preavviso. Un tempo risicato, evidentemente, persino per lo stesso Magorno, di cui fino alle 12,40 non vi era neppure l'ombra. Il povero Guglielmelli è rimasto solo a barcamenarsi con i (pochi) giornalisti giunti, bontà loro, puntuali all'appuntamento, nonostante il breve tempo per organizzarsi. Peccato che abbiano trovato una sala desolatamente vuota. In calce proponiamo l'intervista realizzata con l'unico dirigente del partito presente in sede all'ora concordata (Guglielmelli per l'appunto). La questione è quella che tiene banco in questi giorni: la poltrona contesa del Presidente della Provincia abilmente sottratta al Pd da Mario Occhiuto, prima con un atto sottoscritto in extremis con cui l'architetto ha assegnato la guida dell'Ente a Franco Bruno, ora approfittando di una norma statutaria votata all'unanimità dall'intero consiglio provinciale. Sul primo atto Tar e Consiglio di Stato si sono già espressi: l'atto di nomina di Franco Bruno non è valido perché varato quando Occhiuto era già decaduto da sindaco. La norma statutaria su cui si fonda il reinsediamento del sindaco di Cosenza sarebbe già stata oggetto di giudizio da parte del Tribunale che ne avrebbe sancito la non efficacia in virtù del principio della gerarchia delle fonti. Per dirla con semplicità, la Provincia non può emendare una legge nazionale. Il problema è che il Pd doveva pensarci prima. Adesso probabilmente, per riportare il consigliere anziano Graziano Di Natale al timone dell'Ente, dovrà intraprendere un nuovo procedimento dinanzi al Tar. Messi nel sacco per due volte consecutive nell'ambito della stessa questione. Anche questi risultati, oltre a quelli elettorali, rappresentano la cartina tornasole della sciatteria con cui a queste latitudini si conduce il Partito. Ma si sa, chi va a Roma perde la poltrona...
Salvatore Bruno