La candidatura del braccio destro del ministro Speranza frutto di un accordo nazionale tra LeU e Democrat. La decisione romana rischia di soffocare le aspirazioni dell’ex consigliere regionale. Si conferma l’orientamento del Nazareno sui collegi. Nervosismo palpabile e segretario regionale sotto tiro (ASCOLTA L'AUDIO)
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La battaglia nel Pd Calabria è feroce, fatta di colpi e contraccolpi. La direzione nazionale del Pd si è aggiornata in due tappe. La prima sarà oggi e affronterà il nodo del programma. La seconda tappa sarà il 16 agosto. In quest’ultimo appuntamento si dovranno definire le scelte. Quello che ormai appare certo è che Enrico Letta, almeno in Calabria, ma non solo, ha dato una rotta e non ha nessuna intenzione di virare. Indicazione perentoria: gli uscenti dovranno condurre la battaglia nei collegi uninominali e senza paracadute.
Bruno Bossio e Viscomi
La direttiva, nella nostra regione, riguarda due parlamentari di peso: Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi. La prima, storica dirigente della sinistra cosentina e calabrese, moglie di Nicola Adamo, altro democrat di calibro, due legislature alle spalle da deputata, entrambe determinate da candidature blindate nei listini bloccati. Altri tempi. Oggi Bruno Bossio tranne che, sul suo curriculum parlamentare non può contare su nessuno dei grandi sponsor del Nazareno e nemmeno di grandi appoggi in Calabria. Tra l’altro, proprio nella federazione di Cosenza si sta consumando la maggior lacerazione interna.
Il secondo,Viscomi, con un curriculum di peso, invece, contava su un grande sponsor nazionale, Graziano Del Rio, ex potente ministro democrat il quale, oggi, a quanto sembra, nella geografia nazionale del Pd non godrebbe più di grande considerazione nell’entourage di Letta. Entrambi i parlamentari, comunque, hanno fatto di tutto per essere candidati in posizione utile nel proporzionale. Tuttavia, il segretario Letta sembra che abbia sempre risposto niet.
La Bruno Bossio, ha provato anche a farsi ricevere dal segretario, tentativo, a detta dei bene informati, andato a vuoto.
A questo punto, se la parlamentare vorrà provare a riconquistare lo scranno di Montecitorio, dovrà vedersela con Andrea Gentile, figlio dell'ex sottosegretario Tonino. Una battaglia all’ultimo voto. Una battaglia tutta in salita, considerato il vento in poppa per il centrodestra. Tra l’altro, secondo la simulazione del Cattaneo, sembrerebbe che nessuno dei sette collegi uninominali della Calabria sia effettivamente contendibile per il centrosinistra. È prevedibile, dunque, che il vero sondaggio sarà affidato alla strada, al voto casa per casa, quartiere per quartiere, paese per paese. E, d’altronde, con alle spalle di entrambi i candidati, due grandi specialisti dell’organizzazione del consenso elettorale come l’ex senatore Tonino Gentile e l’ex potente consigliere regionale Nicola Adamo, si profila all’orizzonte una sfida avvincente e al cardiopalma, degna del finale del film cult di Sergio Leone Per un pugno di dollari, nella scena conclusiva, infatti, Douglas Mortimer riesce ad arrivare all'atteso duello con l'Indio, grazie all'aiuto imprevisto del Monco il quale, tenendo il fucile sul braccio destro e un orologio carillon nella mano sinistra, attende come loro la fine della musica per la resa dei conti.
È probabile, infatti che la resa dei conti, tra Gentile e Adamo, potrebbe essere l’unica sfida in grado di suscitare un certo interesse politico, le altre invece, appaiono abbastanza scontate.
Guccione fuori?
L’altro problema in casa Pd, riguarda il destino di Carlo Guccione, anche lui dirigente di peso cosentino, due legislature da consigliere regionale alle spalle e, soprattutto, uno degli uomini di fiducia di Andrea Orlando, ministro del lavoro e a capo di una delle tante correnti di sinistra del Nazareno. La sua candidatura al Parlamento pare fosse il frutto di un accordo proprio tra Letta e Orlando, in cambio della non ricandidatura alle regionali di Guccione. Qualcuno ricorderà, infatti, che l’ex consigliere regionale finì sotto tiro di Carlo Tansi, alleato della Bruni, il quale attaccava il Pd calabrese sul rinnovamento. Guccione si ritirò dalla corsa, ma con l’impegno romano di una sua candidatura al Parlamento. Impegni, parole, indicazioni, storie, deluse o saltate sull’altare degli equilibri su scala nazionale. A destabilizzare il quadro una candidatura catapultata dall’alto. È ormai acclarato, infatti, che la prima postazione utile nella lista del proporzionale del Pd alla camera, in Calabria, sarà quella di Nico Stumpo, braccio destro di Roberto Speranza, leader di LeU. Stumpo, calabrese, è parlamentare uscente. La sua candidatura a capolista alla Camera, salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, ormai è scontata. Ciò significa che, la casella successiva, nella postazione utile del proporzionale, sarà quella di una donna per il rispetto dell’alternanza di genere. La postazione subito disponibile per Carlo Guccione potrebbe essere la numero 3. Difficilmente utile alla elezione. È abbastanza improbabile, infatti, che il Pd, possa eleggere tre deputati nella lista plurinominale. Ciò, significa che Carlo Guccione è fuori, a meno che, il Pd non decida di schierarlo nel collegio uninominale di Corigliano Rossano.
La grande sorpresa, invece, potrebbe essere rappresentata dalla candidatura di una donna nella posizione numero due, una posizione che, con il gioco dei resti, nel caso che le previsioni dei sondaggi siano confermate, potrebbe avere buone chance. E qui, le ipotesi sono tante, ma certezze nessuna. Le probabilità che che possa essere calabrese, sono al pari delle probabilità di una candidatura catapultata da Roma. Tuttavia, alcuni indizi, lasciano ipotizzare che alla fine la sorpresa sarà di tipo indigena.
La nota di Mammoliti
E tuttavia, la tensione è salita nelle ultime ore, e qualcuno tenta di alzare il tiro sulla segreteria regionale. La nota di Raffaele Mammoliti, consigliere regionale, molto vicino alla sinistra di Orlando e Guccione, era rivolta al numero uno dei democrat calabresi, Nicola Irto. Durissimo l’ex segretario della Cgil. «Bisogna finirla con la pianificazione di candidature garantite a tavolino in quanto così facendo si alimenta il sentimento dell’antipolitica, dell’astensionismo e del disimpegno. Intendo precisare, a scanso di equivoci, che il Segretario Regionale Nicola Irto gode naturalmente della mia fiducia e apprezzo il lavoro che sta facendo, ma ho già avuto modo di dire che non possiamo come gruppo dirigente calabrese fare i semplici passacarte».
Al Senato
Pratica chiusa anche al Senato: Nicola Irto, segretario regionale sarà capolista. Poche speranze, invece, per le ambizioni del capogruppo al consiglio regionale Mimmo Bevacqua, sponsorizzato dagli ex consiglieri regionali Aieta e De Natale. Ma da qui al 16 agosto mancano ancora 3 giorni, fatte di altrettante lunghissime notti di lunghi coltelli, di colpi di coda e di possibili colpi di scena dell’ultimo minuto, nel più perfetto stile della lotta politica interna.