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Non è stata una “rivoluzione”, però lo scossone c’è stato e ha fatto traballare, seppure per un attimo, la poltrona del segretario regionale Ernesto Magorno, che al termine dei lavori della due giorni di assemblea regionale del partito, tenuta a Camigliatello, ha tirato un sospiro di sollievo. La maggioranza del Pd è ancora con lui, almeno per il momento. L’asse Oliverio-Magorno sembra aver retto alle sempre più pressanti critiche che giungono da diversi settori dei democratici calabresi. Sotto accusa un Pd che continua ad arretrare dal punto di vista elettorale e a segnare il passo nel processo di radicamento sul territorio. Un’assemblea, quella di Camignatello, che si è caratterizzata soprattutto per le assenze: mancava all’appuntamento il vibonese Bruno Censore. Così come non c’era traccia di Carlo Guccione, reduce dalla batosta elettorale alle comunali di Cosenza. Comunque, si va avanti. Magorno ha annunciato per domani l'ufficializzazione della segreteria regionale.
Lo stesso ha affermato soddisfatto: «Abbiamo dimostrato, con grande responsabilità, che questa è una comunità che discute, ragiona. Una comunità che è capace di fare anche interventi forti: una delle questioni fondamentali però è che dovremmo imparare ad ascoltarci. Questa assemblea, comunque, è la migliore risposta a chi voleva fermare il confronto e il dibattito».
Poi, riprendendo il codice etico, la legalità e il rispetto delle regole, Magorno ha rimarcato che «con senso di responsabilità vanno sistemate le questioni interne. Per la città di Catanzaro non possiamo rischiare: io sono preoccupato, ma non dell’attribuzione di responsabilità della eventuale sconfitta, ma perché vincere a Catanzaro non significa mettere la bandierina ma significa mandare a casa le lobbie, le stesse che combattono il presidente Oliverio alla Regione. Catanzaro è un crogiuolo di interessi che vanno sconfitti, questa è l’emergenza Catanzaro. Bisogna essere responsabili e sono felice che Enzo Bruno a Catanzaro e Sebi Romeo abbiano assunto con responsabilità le determinazioni che assumiamo su quelle federazioni. Dopo le dimissioni del segretario provinciale di Crotone, vanno individuate delle soluzioni: se ce ne sono valutiamole, altrimenti diversamente serve una assunzione di responsabilità del partito nazionale. Per ripartire con una grande partito organizzato dobbiamo mette a posto le cose, nel rispetto dei territori che hanno la loro autonomia. Ognuno deve fare la sua parte, ci vuole una grande assunzione di responsabilità anche da parte di chi rappresenta il Partito nelle istituzioni. Le divisioni sono frutto di personalismi».