Caro Ernesto… è proprio l’intestazione della lettera a firma di Gianni Dal Moro, responsabile nazionale dell’organizzazione del Partito democratico, la cosa più curiosa della comunicazione ufficiale con cui si informa ufficialmente della nomina di un commissario ad acta «che affiancherà con pieni poteri la Commissione regionale del congresso regionale, assumendone la presidenza».

 

È la conferma a quanto abbiamo anticipato ieri, dando conto del commissariamento del congresso calabrese. Ma la cosa più interessante è proprio quel “Caro Ernesto” con cui Dal Moro si rivolge a Magorno, in pratica resuscitandolo formalmente come segretario del partito calabrese.
È quasi un anno ormai che il caro Ernesto, infatti, dice in tutte le salse che lui con il Pd Calabria non c’entra più niente, visto che il suo mandato è scaduto il 23 febbraio scorso. E in effetti è stato lui stesso ad alimentare a lungo l’equivoco, dicendo prima che si sarebbe dimesso senza però mai farlo e poi facendo leva sulla scadenza naturale del mandato, anche se le regole statutarie prevedono la prorogatio della carica sino al passaggio di testimone.

 

Insomma, Magorno è rimasto segretario, sebbene “uscente”, nel percorso di avvicinamento alle politiche di marzo che gli ha fruttato un seggio in Senato, per poi eclissarsi progressivamente dopo la clamorosa batosta elettorale subita nel complesso dal Pd calabrese, che, a parte lui, riuscì ad eleggere soltanto altri due parlamentari, Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi. Chiamato a rendere conto della mazzata, magari dimettendosi una volta per tutte, rispondeva con nonchalance: Sono già fuori, il mio mandato è scaduto.

 

Un giochetto che adesso mostra la corda con la riesumazione della carica da parte della direzione nazionale del partito, che scrive a lui e non a Giovanni Puccio, il presidente della Commissione del congresso, per comunicargli l’arrivo del commissario.
«Ad oggi, nella tua regione - scrive Dal Moro -, non è ancora stato fissato il termine per la presentazione delle candidature a Segretario regionale e, vista l’approvazione in Direzione nazionale del Regolamento per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea nazionale, il 28 novembre 2018 considerata l’opportunità di evitare una doppia chiamata alle urne di iscritti ed elettori a pochi mesi di distanza delle due tornate congressuali, regionale e nazionale, la Direzione nazionale ha stabilito (come da delibera che ti allego) che lo svolgimento del Congresso della tua regione è posticipato ed è pertanto abbinato alle fasi del Congresso nazionale (convenzioni e primarie)».

 

Questa la premessa, alla quale segue l’annuncio del commissariamento: «Al fine di rendere omogenee le tempistiche e le procedure ancora da attuare per il Congresso regionale, con quelle omologhe del Congresso nazionale, di nominare un Commissario ad acta - esclusivamente per la fase congressuale - che affiancherà con pieni poteri la Commissione regionale del Congresso, assumendone la presidenza. Tutti gli organismi dirigenti regionali del partito ancora in carica, ivi compreso il Segretario regionale, resteranno in carica fino all’elezione dei nuovi corrispondenti organismi e nessuna forma di commissariamento, pertanto, riguarda il Segretario e l’Unione regionale della tua regione, che rimangono nel pieno della legittimità».

 

Insomma, Magorno è di nuovo ufficialmente in sella, anche se quello che si ritrova a governare sotto tutela di un commissario è un ronzino fiaccato dalle bastonate degli elettori. Ora sarà più difficile per Ernesto perseguire la candidatura unitaria di Demetrio Battaglia, che forse conoscendo i suoi polli non si è mai esposto più di tanto aspettando di avere certezze che, infatti, non sono arrivate.
«Nelle prossime ore ti sarà comunicato il nome del Commissario ad acta nominato per la tua regione», conclude Dal Moro. Molto probabile che Roma affidi la grana Calabria a Riccardo Tramontana, funzionario del Dipartimento organizzazione del Pd nazionale e figura di garanzia apprezzata per la sua solida preparazione. Ma non da tutti. Il Pd è sempre il Pd.

Enrico De Girolamo

 

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