Ieri l'incontro a Roma con il tesoriere dem insieme al suo avvocato Marco Oliverio: «Questa storia finisce qui, in molti si sono ricordati solo oggi di me»
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Si è chiusa ieri pomeriggio la vertenza di Jlenia Sardano, la storica segretaria della Federazione Provinciale del Pd di Cosenza licenziata dal partito perché con le casse al verde. Roma liquiderà quanto dovuto e stabilito dal Tribunale di Cosenza (circa 12mila euro), comprese le spese giudiziarie sostenute dall’avvocato Marco Oliverio. Il nostro network si occupò della vicenda già nel novembre 2022: all’epoca fu lo stesso segretario Vittorio Pecoraro ad ammettere le ristrettezze economiche. Nei giorni scorsi la sua storia è tornata prepotentemente di moda dopo che gli strascichi dell’interruzione del rapporto di lavoro hanno trovato spazio anche su quotidiani nazionali.
Inevitabilmente la segreteria di Elly Schlein, essendo stato tirato in ballo il senatore Francesco Boccia, uno dei suoi più stretti collaboratori e in passato commissario del tumultuoso partito cosentino, ha voluto affrontare di petto la situazione. Ieri pomeriggio il tesoriere Michele Fina ha convocato Sardano e il suo legale per mettere un punto alla questione, non prima però di essersi fatto raccontare per filo e per segno i dettagli della versione già raccontata a mezzo stampa dalla diretta interessata. A seguito di una minuziosa ricostruzione dei fatti, è stato firmato l’accordo.
«Dopo l’eco mediatico delle ultime ore in tanti si sono ricordati di me - ha detto Jlenia Sardano al nostro network -. Tuttavia del Pd di Cosenza e di Pecoraro in particolare non voglio saperne più niente. In molti si sono detti pronti ad aiutarmi, ma con l’intesa raggiunta ieri a Roma intendo voltare pagina. So che da Roma hanno stigmatizzato l’intera vicenda, non gradendo come si sono comportati in Calabria».
Quasi due anni fa il segretario provinciale si rivolse agli eletti in Regione e nei singoli municipi della provincia, scrivendo anche ai parlamentari per chiedere un contributo straordinario. Disse che sarebbe servito «ad evitare il “licenziamento per giustificato motivo oggettivo” del personale». Oggi la situazione non è migliorata nonostante le spese della Federazione siano ridotte al minimo, tanto che le sale per gli eventi e per le riunioni degli organismi vengono ormai pagate con le risorse personali di chi le prenota. In una delle ultime conferenze, inoltre, neppure tanto sottovoce, si parlò dei locali di Corso Mazzini come inagibili perché senza elettricità. Segno dei tempi, sempre più lontani da quelli d’oro del contributo pubblico ai partiti.