Il commento della componente dell'assemblea nazionale del Partito democratico: «È incredibile che mentre sul piano nazionale si proclama la necessità di dare vita ad un congresso aperto e inclusivo, in Calabria, il capogruppo in Consiglio si arroga il potere di concedere nulla osta e porre veti»
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«Le valutazioni espresse da Bevacqua, capogruppo in Consiglio regionale circa l'inopportunità di una partecipazione del presidente Mario Oliverio al congresso del Pd non solo lasciano esterefatti ma inducono anche a riflettere sullo stato di degrado a cui è giunta la vicenda del PD in Calabria». Così in una nota Carmen Latella, componente assemblea Nazionale Pd.
«Tralascio considerazioni sulle qualità e sul percorso politico di "dirigenti" il cui merito è forse la sola abilità nel sapersi destreggiare per affermare la propria carriera personale all'ombra di quanti hanno esercitato ruoli e funzioni politiche ed istituzionali importanti. Cose queste, ampiamente note ai calabresi.
Ciò che è davvero incredibile è che mentre sul piano nazionale si proclama la necessità di dare vita ad un congresso costituente, aperto, inclusivo per mettere in atto una vera e propria opera di ricostruzione dopo le cocenti sconfitte elettorali e politiche di questi anni, in Calabria, il capogruppo del PD, anche a nome dei consiglieri regionali e del segretario regionale Nicola Irto, si prodiga a dare pagelle e si arroga il potere di concedere nulla osta e porre veti su quanti potrebbero partecipare al congresso ed in particolare sul Presidente Mario Oliverio».
Per Latella «ci sarebbe da ridere se non fosse per la condizione drammatica in cui versa il Pd calabrese che negli ultimi 3 anni ha subito 3 sonore sconfitte alle elezioni regionali del 2020 e del 2021 ed alle politiche del 25 settembre 2022. Per non dire del preoccupante crollo di iscritti, della chiusura di numerosi circoli e dell'allontanamento di tante persone tra cui anche amministratori e dirigenti locali. A fronte di una situazione così pesante la preoccupazione di questi "dirigenti del PD" calabrese è, udite!udite!, il possibile ritorno di Oliverio. Mah! Cose da non credere! E ancora...il capogruppo si spinge a rivolgere un appello ad unirsi a sostegno di un unico candidato (Stefano Bonaccini) con la motivazione che bisogna essere uniti per dare più forza alla Calabria (sic!) nei confronti di Roma. Anche qui ci sarebbe da sbellicarsi di risate di fronte a chi del protettorato correntizio romano ha fatto la sua corazza protettiva e la sua forza, se non fosse che il PD si accinge ad un congresso che per una formazione politica democratica dovrebbe essere momento di confronto tra proposte e posizioni politiche e culturali diverse».
«Non a caso vi sono quattro candidati a segretario del Pd, espressione di mozioni e sensibilità diverse. Le esternazioni di Bevacqua hanno generato ilarità e non poco imbarazzo anche tra coloro che hanno deciso di appoggiare la mozione da lui sostenuta.
In verità mi sarei aspettata una presa di posizione chiara e netta da parte del segretario regionale Nicola Irto sulle arroganti e ottuse affermazioni del capogruppo. Al contrario si sta procedendo alla costituzione delle commissioni per il congresso (organi di garanzia per un regolare svolgimento delle attività congressuali) escludendo i rappresentanti della mozione Cuperlo, il segretario regionale dovrebbe spiegarne le ragioni(!) in netta contraddizione con il regolamento e con le ragioni stesse del congresso.
Come ha giustamente affermato Cuperlo - conclude Latella - il Pd dovrebbe chiedere scusa ad Oliverio per il trattamento che gli è stato riservato. Il congresso costituente e l'opera di ricostruzione del PD richiede in primo luogo umiltà, capacità di liberarsi da complessi e pregiudizi, intelligenza, apertura, inclusione. Fattori questi indispensabili per riuscire in una impresa che non sarà né semplice né scontata e che richiede lungimiranza, visione e spessore culturale e politico. Ciò che evidentemente manca al capogruppo PD che, a differenza di quanto si rappresenta, mi auguro parli a titolo personale».