Il capogruppo dei Democratici e Progressisti scuote il partito alla vigilia del vertice romano che dovrebbe decidere il futuro del partito in Calabria. Nel frattempo continua a montare la protesta dei segretari di circolo contro il commissariamento e ieri si è tenuto un incontro riservato a Lamezia degli oliveriani
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«Sono pronto a candidarmi alla segreteria regionale». La provocazione arriva direttamente dal capogruppo dei Democratici e Progressisti in Consiglio regionale, Giuseppe Giudiceandrea. Il consigliere, che non prenderà parte alla riunione romana sul futuro del partito calabrese («non sono stato invitato») chiede immediati interventi per dare un futuro al Pd in Calabria: «Da troppo tempo non c’è un partito di riferimento, manca il segretario e una struttura organizzativa e ancora non si è mosso nulla per il futuro congresso regionale».
Ad oggi, infatti, non ci sono sul tavolo candidature e anche i vertici romani del partito hanno capito che non c’è più tempo da perdere e hanno convocato per oggi una riunione per discutere del futuro della Calabria. Così come avevano fatto per le altre Regioni (Sicilia, Basilicata e Abruzzo) che pure avevano chiesto il rinvio della data congressuale rispetto a quella originaria fissata per la fine dell’anno scorso.
La sua disponibilità a candidarsi vuol dire che è contro ogni ipotesi di commissariamento? «Non sono contro il commissariamento a prescindere, ma contro l’assenza del partito. Se davvero ci sono ancora i termini per svolgere il congresso annuncio la mia disponibilità, altrimenti da Roma prendano gli opportuni provvedimenti».
Schierati in massa contro ogni ipotesi di commissariamento sono, invece, i segretari di circolo che in quasi 180 hanno sottoscritto il documento con il quale si chiede a Roma di non commissariare nuovamente il partito calabrese. Ed un vertice operativo della corrente, vicina al governatore Mario Oliverio, contro l’invio di colonnelli romani ha avuto luogo ieri sera al T Hotel di Lamezia, organizzata da Nicola Adamo. Allo studio la strategia sul da farsi in vista del vertice romano e dei futuri rapporti con la Capitale anche in vista del congresso nazionale. Prima di “Lande Desolate”, infatti, l’accordo di Oliverio con Nicola Zingaretti era da considerarsi cosa fatta. Oggi, invece, pare essere ritornato tutto in discussione.
Matteo Orfini e Luca Lotti, dunque, avranno il loro bel lavoro da fare sulla Calabria e non è escluso che dopo aver ascoltato gli esponenti del partito regionale oggi, si riservino di assumere ogni decisione soltanto tra qualche giorno.
Riccardo Tripepi