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Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo prova a stemperare le polemiche interne ed esterne al partito. L’obiettivo è quello di tutelare lo sforzo che i democrat stanno producendo nella campagna elettorale per provare a recuperare consensi. Il che vuol dire sostegno pieno all’azione del governatore Oliverio che pure è stato da più parti accusato di usare la propria posizione per veri e propri spot elettorali.
«Il presidente durante la campagna elettorale sta continuando a fare quello che ha sempre fatto. E cioè illustra i risultati ottenuti dal Cantiere Calabria dopo gli anni della semina e della programmazione. Ovviamente un conto è l’Istituzione e un conto sono il partito e la campagna elettorale. Mi pare, però, che siamo molto attenti a distinguere le fasi per non creare ingerenze di alcun tipo».
Il capogruppo Sebi Romeo getta acqua anche sul fuoco delle polemiche reggine divampate dopo la compilazione delle liste. Nessuno dei big del territorio, né i rappresentanti delle rispettive aree, vi hanno trovato spazio. Tanto da aver provocato anche la stesura di un documento per protestare con i vertici romani per le decisioni calate dall’alto. Né è passata inosservata la candidatura di Marco Minniti nelle Marche che è coincisa anche con una sua ostinata assenza dalla sua città di origine.
«Siamo in campagna elettorale – dice Romeo - il gruppo dirigente reggino è impegnato a sostegno delle liste del Pd e della coalizione. Certo ci sono delle valutazioni in corso, ma credo che siano valutazioni che riguardano tutti i partiti e più in generale il sistema politico per come è stato determinato dal Rosatellum e che sarà oggetto di discussione dopo le elezioni. Ripeto per il momento tutti i dirigenti del Pd reggino sono impegnati in campagna elettorale».
Insomma, tutto rimandato al dopo voto. Anche il rimpasto di giunta e pure il congresso regionale, così come quello reggino. «Il rimpasto di giunta o il tagliando così come lo ha definito il governatore Oliverio è di stretta competenza del presidente che farà le valutazioni più utili alla Regione, al rilancio dell’azione politica e ai bisogni della Calabria. Per quel che attiene i congressi, è lo statuto del Pd che prevede delle scadenze precise. Pertanto ci sarà il congresso regionale e ci sarà il congresso della federazione metropolitana di Reggio Calabria. Ritengo che entrambi si svolgeranno con un’attenta analisi dei bisogni del territorio e con spirito fortemente unitario».
Una sorta di tregua armata, quindi, fino alla fine della campagna elettorale è ciò che si profila in un Pd che attraversa uno dei momenti più complessi della sua storia, sia a livello nazionale che a livello locale. Chiaramente, risultati alla mano, le correnti daranno vita al confronto interno che potrebbe essere più violento del solito. Considerando sia che si viene fuori da una recente scissione e che Renzi ha deciso di non dare alcuno spazio, o quasi, alle minoranze. E la Calabria non farà eccezione. I focolai di protesta, da Reggio al Consiglio regionale (Ciconte, Battaglia, Aieta) passando per gli orlandiani (Guccione), sono numerosi e aspettano il momento giusto per trasformarsi in incendi.
Riccardo Tripepi