Scoppia la rivolta all’interno del Pd calabresi. Mercoledì a Roma il presidente Matteo Orfini ha convocato i dirigenti locali del partito, insieme ai rappresentanti istituzionali, per un vertice che avrà al centro il caso Calabria.

Già perché, nuovamente, la nostra Regione è balzata nuovamente all’attenzione dei vertici nazionali. Il congresso, che avrebbe dovuto svolgersi a dicembre, si è bloccato per assenza di candidature e i guai giudiziari del governatore Mario Oliverio hanno fatto il resto.

Lo spettro del commissariamento, dunque, è tornato ad aggirarsi in Regione e ha provocato la reazione dei segretari di circolo. Nella giornata di oggi ha iniziato a circolare un documento per chiedere ai vertici romani di consentire il congresso alla Calabria e di non inviare altri commissari. In serata, sotto il testo, erano già state apposte quasi 150 firme.

Chiaro segnale del clima che si respira in Regione e con il quale dovrà misurarsi, invece, quella parte del Pd che tutto sommato il commissariamento non lo vedrebbe poi di cattivo occhi. L’area renziana, quella dell’ex segretario Ernesto Magorno e del presidente Nicola Irto, rimane possibilista anche perché il commissariamento è un’idea alla quale sta lavorando Luca Lotti. Anche l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti pensa all’ipotesi commissariamento come una soluzione per l’attuale fase del Pd in Calabria.

I segretari di circolo, invece, lanciano il proprio accorato appello. «Sarebbe molto grave se le notizie di stampa di queste ultime ore su un possibile commissariamento del Pd calabrese si rivelassero fondate. Come è noto la Direzione Nazionale ha convocato il congresso del Pd della Calabria il prossimo 3 marzo e il responsabile organizzazione nazionale ha inviato una lettera lo scorso 28 Novembre in cui veniva esplicitato il percorso congressuale e le regole da seguire al fine della celebrazione del congresso stesso. Se dovessero rispondere al vero tali notizie – scrivono i segretari di circolo -  non si comprenderebbero quali siano le motivazioni per modificare la decisione assunta dalla Direzione Nazionale.  Aprire oggi la strada ad un commissariamento sarebbe devastante per un partito già duramente provato da 12 mesi di vuoto politico e organizzativo. A chi interessa un commissariamento che  cancellerebbe definitivamente il Pd della Calabria? A chi fa comodo mantenere un pregiudizio sulla idoneità morale dei calabresi e della loro capacità politica  di costruire un partito regionale largo, ampio e plurale? Sicuramente non è nell’interesse dei democratici e delle democratiche della Calabria e di quanti sono impegnati quotidianamente in una battaglia politica per il cambiamento di questa regione.  Pertanto chiediamo formalmente alla Commissione regionale per il Congresso di ottemperare alla decisione della Direzione nazionale e di porre in essere tutti gli atti conseguenti al fine di celebrare il congresso regionale il 3 Marzo prossimo. Chiediamo altresì alla Commissione Nazionale di adempiere alle prescrizioni, mai annullate e/o smentite dalla Direzione nazionale e di consentire la prosecuzione della fase congressuale già avviata formalmente con l’approvazione del regolamento congressuale regionale e che è tuttora in vigore per come confermato dal responsabile organizzazione nella missiva succitata».

 

Riccardo Tripepi