Adesso, ad una settimana dalla formalizzazione delle candidature alle Primarie, tutti i nodi vengono al pettine del Partito democratico. Tanto da spingere i rappresentanti della mozione Cuperlo ad affermare che quanto si sta verificando in Calabria in vista del congresso nazionale «è politicamente inaccettabile». Con la conseguenza che anche questa fase pre congressuale finirà a carte bollate, con un ricorso messo già nero su bianco e spedito in via d’urgenza alle competenti Commissioni di garanzia del Partito.

Il vulnus, ravvisato dai cuperliani, riguarda tanto il regolamento quanto la prassi, e si riferisce al fatto che nella Commissione regionale per il Congresso varata dalla Direzione regionale, non sono indicati, tra i 12 membri, i rappresentanti della mozione Cuperlo.

La premessa è d’altra parte concentrata sull’importanza per «il futuro del Pd, della sinistra e della democrazia italiana», della procedura di un congresso che non a caso è stato proclamato “costituente” e che, quindi, dovrebbe essere proiettato ed organizzato sui territori «come occasione per l'apertura di una riflessione e confronto partecipato, in un clima positivo e inclusivo».

Ma i primi segnali ricevuti, per i cuperliani di Calabria, sono tutt’altro che inclusivi e riflettono «prassi ormai consunte» e mai del tutto abbandonate. Segnali da rintracciare anche nella formazione – che sta avvenendo in queste ore – delle Commissioni territoriali per il Congresso previste dal regolamento a garanzia di uno svolgimento regolare e trasparente delle diverse fasi congressuali.

La denuncia dei rappresentanti della mozione Cuperlo è diretta e circostanziata: «Nelle commissioni, a partire da quella regionale, non sono stati inclusi i rappresentanti della mozione a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo a segretario nazionale. Anche il mancato rispetto dei termini entro i quali il regolamento stabilisce la nomina delle commissioni regionali e provinciali, che in Calabria non sono stati rispettati – aggiungono - immaginavamo fosse determinato dalla necessità di attivare processi e percorsi inclusivi di tutte le sensibilità facenti capo alle quattro mozioni congressuali. Al contrario, si è proceduto ad excludendum».

I cuperliani, poi, sottolineano che il tutto si materializza nonostante «Michele Mirabello, in rappresentanza della mozione, nei giorni precedenti alla nomina abbia contattato il segretario regionale Nicola Irto al fine di procedere alla costituzione delle commissioni attraverso una preventiva interlocuzione positiva ed un impegno collegiale ed unitario».

A tutto ciò «si aggiunga – si legge nel testo del ricorso - che la direzione regionale anzichè essere formalmente convocata per consentire una valutazione ed un pronunciamento collegiale, viene irritualmente consultata per ciascun membro singolarmente ed a mezzo mail. Infatti, ai singoli componenti della direzione è stato trasmesso un elenco contenente undici nomi proposti in solitaria dal segretario regionale.

Un «atto grave ed ingiustificato» che – scrivono ancora i cuperliani - rischia di generare tensioni politicamente inopportune e contestualmente di alimentare ombre e sospetti sul percorso congressuale».

Insomma, si chiedono ancora, «a chi e a cosa serve una commissione per il congresso non rappresentativa di tutte le mozioni congressuali in campo?»

Questo contesto ha quindi “costretto” i rappresentanti della Mozione Cuperlo a rivolgere formale ricorso agli organi di garanzia del Partito, chiedendo «il ritiro immediato della proposta formulata ed il coinvolgimento dei rappresentanti di tutte le mozioni al fine di definire una proposta di regole congressuali con ampia condivisione da sottoporre al vaglio, ai suggerimenti ed all'approvazione da parte dei membri delle direzioni provinciali e regionali».

Cucinotta: «No a patenti di gradimento»

Il malumore delle ultime ore attraversa però tutta la Calabria, e anche da Reggio Fortunato Cucinotta, che è uno dei componenti dell’Assemblea provinciale, parla di un partito che si contraddistingue per «un misto tra vecchia politica, difesa di rendite di posizione e fuffa a buon mercato».

Anche lui lamenta l’esclusione dei cuperliani dalla Commissione regionale per il Congresso - «una dimenticanza non da poco», dice – e si scagli contro una dirigenza che «distribuisce patenti di chi abbia o no diritto di rientrare nel Pd, o, come leggo da dichiarazioni di Bevacqua e Irto di difesa della qualità politica».

«Questo modo di governare il Pd – rimarca Cucinotta - e le dichiarazioni di Irto, Bevacqua, Iacucci, Mammoliti, Alecci e Muraca che vogliono tenere lontano dal congresso uomini e percorsi, a detta loro, ormai superati, rappresentano solo un modo di difendere se stessi, perché se si ragionasse così, anche loro sarebbero chiamati a fare un passo indietro, perché in questi anni, sono riusciti nell'impresa di perdere elezioni, consenso e direzione politica».