«Il congresso costituente del Partito democratico è il momento decisivo per chi voglia rilanciarne la funzione nell’Italia governata da una destra che il paese lo vuole dividere accrescendo le disuguaglianze».

Comincia così una nota, a firma di Gianni Cuperlo, che all’apparenza potrebbe essere catalogata tra le tante che alimentano il dibattito tra i dem impegnati da qui alla fine di febbraio nel congresso nazionale che stabilirà la nuova leadership del Partito democratico. Ma così non è. Perché il candidato alle Primarie risponde all’uscita del gruppo consiliare regionale del Partito democratico calabrese che, al termine di una riunione insieme al segretario regionale Nicola Irto, ha diffuso una nota dai toni polemici, soprattutto nella parte in cui, occupandosi del percorso congressuale, sottolinea «l’inopportunità di legittimare uomini e percorsi ormai superati e che non trovano più sintonia con i calabresi». Tirando di fatto in ballo Mario Oliverio che di recente ha presenziato, attivamente, alla visita di Gianni Cuperlo in Calabria.

Un messaggio, quello del gruppo dei consiglieri dem calabresi, di cui faceva parte fino a qualche settimana fa anche Nicola Irto, non troppo velato, e confermato anche dalle parole del capogruppo Mimmo Bevacqua che ha rimarcato l’inopportunità di «riaprire ferite e lacerazioni che non hanno più riscontro nella realtà».

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«L’appello che dovrebbero fare tutte le forze del partito e i suoi gruppi dirigenti – incalza Cuperlo - dovrebbe essere allargare la partecipazione e coinvolgere tante di quelle persone che in questi anni non hanno più avuto fiducia in noi. In questo senso – continua - il sostegno e l’impegno di Mario Oliverio e di tante compagne e compagni assieme a lui attorno alla piattaforma che abbiamo presentato è un motivo di fiducia per un partito più aperto e inclusivo».

Insomma, se il percorso congressuale in Calabria sembrava incontrare un Partito democratico anestetizzato dalla ricerca di «uno spirito unitario», per dirla con il segretario regionale Irto, da oggi può dirsi aperta anche nella nostra regione la competizione elettorale interna. E d’altra parte, è bastata la presenza di Oliverio per metterci un po' di sale in una coda che rischia di diventare in breve tempo velenosa.