Toni accesi a Roma nel faccia a faccia tra i consiglieri regionali Franco Iacucci e Mimmo Bevacqua (da una parte) e il segretario provinciale del Pd di Cosenza Vittorio Pecoraro (dall’altra). In mezzo, a mediare, il senatore Nicola Irto e Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria di Elly Schelin che nel frattempo era stata messa al corrente del caso-Cosenza. Hanno preso parte all’incontro anche Giuseppe Peta, capo dell’organizzazione regionale del Pd, e Maria Locanto, presidente della Federazione bruzia.

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Iacucci, in particolare, ha usato l’artiglieria pesante per dare un giudizio negativo dell’operato di Pecoraro, arrivando anche a chiederne le dimissioni. Il capogruppo democrat alla Cittadella, invece, ha posto come conditio sine qua non l’azzeramento della segreteria. È quest’ultimo, infatti, il pomo della discordia che ha inasprito gli animi e reso incandescenti le dichiarazioni pubbliche quando riferite alla controparte. Leggasi, insomma, alla voce “fuoco amico”.  

Pecoraro conta però sul sostegno dell’area che fa capo all’ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando e la sua posizione viene considerata blindata. Esempio ne è che il 14 e 15 ottobre a Rimini, alla quarta Festa nazionale Dems “Per l’Italia e per l’Europa che vogliamo”, è prevista la sua presenza insieme a quella di Carlo Guccione e di Giuseppe Mazzuca, presidente del Consiglio comunale di Cosenza.

È pertanto da scartare ad oggi qualsiasi ipotesi di sfiducia o commissariamento. Resta una sola strada da battere: la tregua indicata da Bonafoni mediante un accordo. La riunione si è conclusa con Pecoraro che si è riservato di formulare una proposta di rimodulazione della segreteria provinciale alla controparte, magari allargandola o rivendendo alcune posizioni nelle aree strategiche.