Nella provincia bruzia voti in calo anche rispetto alla non esaltante performance in Calabria: dem fermi al 14,21%. Avs e Azione drenano consensi. La Federazione prova a metterci una pezza: «Risultati sopra la media»
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Se fossero stati test per il lancio di una navicella nello spazio, a Houston sarebbe arrivato un messaggio di criticità. Il Pd di Cosenza continua ad avere problemi con le urne e la crescita avuta a livello nazionale durante le ultime elezioni Europee, non ha fatto scopa con un risultato incoraggiante in Calabria. In particolare nel nord della regione, storicamente bacino di voti e fucina di dirigenti. A fronte del 24,11% celebrato da Elly Schlein, dal Pollino allo Stretto non si è andati oltre il 15,88%. Si tratta della percentuale peggiore di tutta la Circoscrizione Meridionale. Perfino Molise e Abruzzo hanno portato a casa dati migliori, cosa che non può non preoccupare il senatore Nicola Irto.
Circoscrivendo il campo alla vasta area bruzia, i numeri scendono ancora di più fino al 14,21%, più o meno in linea con le politiche del 2022. Nessuna crescita, nonostante dalla Federazione gestita dal segretario Vittorio Pecoraro siano partiti i ringraziamenti di rito ad iscritti, militanti e a chi non ce l’ha fatta: nella fattispecie Jasmine Cristallo (per il rotto della cuffia) Luigi Tassone.
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L’ammissione di responsabilità non manca. «Il nostro risultato non è esente da criticità che andranno affrontate e analizzate – dicono i democrat -. Appare evidente che siamo distanti dalle percentuali ottenute in altre realtà del Mezzogiorno come Puglia o Campania e che qui da noi, il Movimento 5 Stelle continua ad essere la prima forza». Non solo questo però, perché in tutta la provincia il Partito Democratico ha subito un logoramento ad entrambi i fianchi.
A sinistra ha inciso la crescita esponenziale di Avs che aveva in Maria Pia Funaro, ex vicesindaca di Cosenza del Pd, una pedina che ha capitalizzato la sua popolarità nelle aree più progressiste del capoluogo bruzio. Per lei poco meno di 2mila voti tra Cosenza, Rende e Castrolibero e 5mila in provincia. Da destra i colpi maggiori sono stati inferti da Stati Uniti d’Europa con l’exploit di Filomena Greco: 1900 voti nella “futura” città unica e più di 12mila in provincia a mitigare il flop socialista. Senza contare il peso di Azione che ha in Giuseppe Aieta un suo nuovo esponente. Si tratta di figure in passato tutte legate, chi più o chi meno, al mondo dei democrat.
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«Non c’era un candidato o una candidata riconducibile alla provincia di Cosenza» obiettano alla rimostranza dalla Federazione, che ha visto per l’ennesima volta una campagna elettorale frastagliata. Ogni area ha tirato la volata all’esponente nazionale di riferimento. La costante sono stati Lucia Annunziata e Antonio De Caro su indicazione di Roma, poi le famose correnti hanno imboccato sentieri differenti.
Carlo Guccione, Giuseppe Mazzuca e Salvatore Giorno si sono accompagnati a Sandro Ruotolo, diventato europarlamentare con 110mila preferenze. Positivo il suo risultato in provincia, leggermente superiore a quello di Pina Picierno che contava sul sostegno di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio. Più neutrali i consiglieri regionali Franco Iacucci e Mimmo Bevacqua che non hanno indicato terzi nominativi oltre all’ex conduttrice Rai e al sindaco di Bari.
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L’analisi della Federazione del Pd di Cosenza prova a mettere alcune toppe. «Abbiamo raggiunto risultati sopra la media, come a Cosenza (18,65%), Rende (17,69%), Castrovillari (17,52%), Acri (19,84%), Paola (19,28%), Amantea (17,84%), Casali del Manco (24,01%), Luzzi (21,49%) e Belvedere Marittimo (21,34%). Registriamo con favore anche risultati molto significativi in comuni più piccoli come Aiello Calabro (46,4%), Mormanno (29,73%), Spezzano Sila (33,72%), Longobucco (25,36%) e Rocca Imperiale (35,06%). È evidente - dicono - che la presenza di strutture di circolo e un solido presidio di amministratori ci permettono di essere la prima forza in molti comuni, premiando il lavoro sui territori. Al contrario, in diversi comuni dove non vi sono circoli o dove questi non sono più attivi, abbiamo incontrato delle difficoltà». A tal proposito devastante il dato di Corigliano Rossano dove il PD ha stentato perfino a toccare il 9% nonostante il trionfo di Flavio Stasi.