Il sindacalista ha inviato un comunicato stampa nel quale puntualizza che, nonostante sia stato il più votato alle scorse elezioni regionali con i Dem, preferisce l'investitura della base
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Fabio Guerriero scende in campo e lo fa a modo suo, ovvero mettendoci la faccia con l’annuncio di una candidatura alle ancora eventuali primarie del Pd finalizzate all’indicazione del candidato a sindaco per conto dei Dem e del Nuovo Centrosinistra. Una smentita, dunque, seppur indiretta a quanti lo davano in lizza (o per essere esatti davano la famiglia al competo) per un passaggio nel cosiddetto Grande Centro che a Catanzaro rischia però di somigliare sempre più all’unicorno o allo yeti.
Qualcuno insomma lo vede, altri giurano che già esista e si stia strutturando mentre altri ancora sognano di vederlo in azione con la forza di chi riesce a mettere al tappeto gli schieramenti tradizionali. Ma finora di prove concrete della sua esistenza, o venuta alla luce, neppure l’ombra. Guerriero, il fratello fra i quattro che è membro della segreteria dei Democrat calabresi e candidato alle Regionali dello scorso inizio ottobre in cui è peraltro risultato essere il più votato in cima ai Tre Colli, è quindi ricorso a un comunicato stampa per far sapere che lui c’è.
E inoltre che «propose questo percorso durante la competizione delle ultime elezioni quando pure il commissario regionale del Pd (Stefano Graziano, ndr) manifestò il proposito di indicare come aspirante primo cittadino di… diritto il più votato nel capoluogo». Un modo insomma per puntualizzare come, malgrado avesse potuto tranquillamente essere lui l’alfiere del partito e della coalizione, ha preferito suggerire un metodo più condiviso e di conseguenza accettabile per tutta la base che avrebbe potuto così essere protagonista assoluta in una scelta tanto importante.
Concetto da lui messo in rilievo nella nota diffusa poco fa: «Malgrado non ritenessi peregrina quella ipotesi (la tesi di Graziano, ndr), che senza dubbio mi avvantaggiava, suggerii al commissario come, a mio avviso, per vincere la sfida con la destra il candidato a sindaco dovesse portare a sintesi una chiara indicazione dei più larghi ambiti sociali e politici. E che, solo in mancanza di unanimità, bisognava ricorrere allo strumento delle primarie. Riscontro, purtroppo, che ancora oggi il centrosinistra non ha trovato una soluzione unitaria.
Che era, e resta, auspicabile. Fermo restando che io non mi sottrarrei alla responsabilità di propormi al giudizio degli elettori e accetterei di buon grado di concorrere a tale competizione. Mi cimenterei quindi in prima persona, confrontandomi con tanti avversari capaci».
Il sindacalista Fabio, che insieme al fratello Roberto, è l’esponente della famiglia Guerriero che più degli altri ha raccolto il testimone istituzionale del compianto papà, Pino, ha insomma manifestato l’intenzione di «competere con catanzaresi di qualità che credono ancora nella buona politica e nel riscatto del capoluogo». Proposito che sembra tanto un chiaro avviso ai numerosi naviganti del procelloso mare del centrosinistra locale, il prof Nicola Fiorita e chi lo appoggia su tutti, i quali avevano forse tracciato un certo percorso in modo assai prematuro.
E invece adesso c’è uno come Guerriero che vuol progettare il futuro di Catanzaro. «Un avvenire che passa dalla capacità di attrarre investimenti e creare infrastrutture, materiali e immateriali, fondamentali per permettere ai troppi catanzaresi ancora oggi costretti a emigrare, come e più del dopoguerra, di restare nella propria città e coltivare la speranza di un domani migliore».