È guerra aperta tra l’attivista Pd di Catanzaro, Alessia Bausone, e il segretario provinciale del partito, Gianluca Cuda, più volte criticato dalla prima per la gestione politica e per l’evanescenza delle sue iniziative.

 

In particolare, Bausone stigmatizza la presunta autoreferenzialità di Cuda, che si limiterebbe ad affidare a «roboanti comunicati dai toni entusiastici» risultati di un’azione poco incisiva sul territorio «ora per inagibilità politica della segreteria provinciale, ora per scarsa attività nella conoscenza delle problematiche amministrative della città, come ad esempio la lotta alla prostituzione e allo sfruttamento delle donne nel quartiere Lido, i problemi sugli appalti per l'assistenza ai disabili, la questione dell'acqua contaminata e delle bollette idriche gonfiate, gli affitti in nero, le lotte per la trasparenza».

 

Bausone, nota per le sue battaglie sui diritti civili, imputa a Cuda lo scarso coinvolgimento dei militanti, anche a causa della mancata formazione degli organismi statutari.
«Oltre a mancare la segreteria politica, annunciata a più riprese da gennaio - afferma, non si conoscono effettivamente i membri della direzione provinciale del Partito, che continuano più o meno officiosamente a mutare nella qualità e nel numero, né dell'assemblea provinciale. Gli stessi documenti approvati dalle direzioni, tassativamente all'unanimità, non sono reperibili. Vorrei, allora, sapere come un militante o un simpatizzante che è curioso di avvicinarsi al Partito democratico, possa acquisire informazioni agevolmente se non quelle inerenti le svariate gaffe sulla scarsa organizzazione del Partito su base provinciale che incidono negativamente sul già basso indice di attrattività che la comunità del Pd sta, dato il più ampio contesto politico, ora subendo».

 

Come prove a sostegno della sua tesi, cita il recente incontro che si è svolto nel circolo cittadino di Santa Maria. «Viene addirittura il dubbio - sostiene - che l’incontro non ci sia mai stato, nonostante Cuda abbia ritenuto attenzionare i lettori della stampa regionale con il solito comunicato. Il sospetto nasce dal fatto che almeno la metà dei segretari di circolo (Corvo, Lido e Lauria) non erano sicuramente presenti, né era stato nemmeno invitato il membro della prima versione della direzione provinciale (poi chissà) e consigliere comunale Libero Notarangelo. Forse non è stato presente nemmeno Cuda, tant'è che ci si è dovuti aggiornare ad altra data».

 

Poi, la chiosa finale: «Per consentire al Pd di ripartire, questo è facilmente comprensibile, non si deve più fare ghettizzanti e inconcludenti caminetti che il Partito stesso lo hanno affossato, ma aprirsi all'entusiasmo e alla militanza. Cuda ieri, ma anche oggi, parla da solo e da solo si lascia andare ad incentivanti petizioni di principio come “lo sfascio del Governo Abramo è sotto gli occhi di tutti”. Ma se non si riparte dai problemi reali, il regno feudale di Abramo, di sto passo futuro presidente della Provincia, non potrà che continuare a ringraziare il Partito democratico».