I componenti dell’organismo regionale ha sostenuto che i loro compiti sono di controllo e di legittimità formale e non politici
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Si è rifugiata nel rito e non nel merito, come si diceva una volta, la commissione regionale per il congresso. Così i suoi componenti hanno dichiarato, statuto alla mano, di non essere competenti e che il ricorso dei cuperliani andava recapitato altrove. Alla commissione provinciale per quanto riguarda l’anagrafe, a Roma per quel che concerne il regolamento. Nessun minimo accenno al nodo politico che sta dietro la questione.
Congresso Pd | Le commissioni dem di Cosenza, Catanzaro e Reggio contro i cuperliani: «Avvelenano i pozzi»
La commissione ha svicolato dicendo che i suoi compiti sono di controllo e di legittimità formale e non politici. Vi risparmiamo il lato grottesco della cosa ovvero che la stessa commissione provinciale si era dichiarata incompetente a decidere solo il 3 febbraio scorso e proprio per questo motivo si era finiti al livello regionale.
Certamente ci sarà un cavillo anche per spiegare questo corto circuito, ma nello stesso tempo ci sarà qualcuno che possa rispondere alla domanda se è giusto escludere dal congresso ex militanti solo perché si sono candidati contro il partito? Domanda legittima visto che il Pd si avvia verso una fase straordinaria e prende nelle sue fila persino chi faceva dishing contro di lui. Più che straordinaria. Sia pure con riti consunti, qualcuno definisce questa fase costituente ed in effetti vi partecipano anche forze politiche esterne al partito come gli esponenti di Articolo 1.
Ma quelli che in Calabria hanno mancato di rispetto alla Bruni non possono? Qualora fosse vera questa ipotesi, bisognerebbe capire perché la norma è stata tirata fuori solo verso alcuni (chi era candidato con Mario Oliverio) e non con altri (chi ha sostenuto de Magistris). C’è infine un’altra domanda da porsi ovvero come si possa allargare la base, creare un campo largo, mettendo veti e barriere all’ingresso.
Per il momento i protagonisti di questa vicenda hanno risposto da Azzecagarbugli, brandendo norme e regolamento e suscitando, crediamo, poco interesse per la gente. Il regolamento è regolamento, è vero. Ma la politica è la politica, soprattutto in una fase costituente.