VIDEO | Nel centrosinistra il dibattito è surreale e si concentra esclusivamente sullo scontro tra chi sostiene e chi osteggia la ricandidatura del governatore uscente, senza alcun interesse per programmi e obiettivi di sviluppo
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La politica calabrese continua a vivere in un universo parallelo ignorando con pervicacia quello che avviene nel resto del Paese. Da queste parti la crisi di governo è solo rumore di fondo, la probabile e inedita alleanza tra Pd e Cinquestelle solo una curiosità. Come un buco nero che tutto attira e consuma, il dibattito politico nel centrosinistra ha un solo centro di gravità: la candidatura alle prossime elezioni regionali del presidente uscente Mario Oliverio.
Il governatore continua a percorrere in lungo e in largo la Calabria per accreditare un suo nuovo giro di giostra, nonostante cinque anni fa avesse assicurato che quello iniziato nel 2014 sarebbe stato l’ultimo. Evidentemente quasi 50 anni passati in politica occupando tutte le postazioni possibili - da consigliere regionale a presidente della provincia, da sindaco a parlamentare – non sono abbastanza. E poco male, dunque, se il segretario nazionale del suo partito, Nicola Zingaretti, gli abbia chiesto esplicitamente di farsi da parte. Da quell’orecchio l’inquilino del 10° piano della Cittadella proprio non ci sente e da mesi ormai macina chilometri inaugurando quotidianamente nuovi comitati elettorali.
Un’ostinazione che ha ridotto il dibattito politico in Calabria ai minimi termini, con una ridda di iniziative pro e contro la sua candidatura, caratterizzate da una asincronia rispetto agli eventi nazionali che in alcuni casi ha raggiunto vette di pura comicità. Come quando venerdì scorso, nel momento più buio della crisi di governo, il coordinatore dei socialisti calabresi, Luigi Incarnato, ha aperto un altro portale spazio temporale con vista sui confini della realtà, organizzando come se nulla fosse quello che ha pomposamente definito il summit del centrosinistra regionale, con l’obiettivo di tirare la volata al presidente. Lo stesso Oliverio – per intenderci – che lo ha messo alla guida del carrozzone della Sorical, la società pubblica di gestione delle risorse idriche al centro, per “soli” 4.200 euro netti al mese. Cifra che Incarnato recentemente ha rivendicato come buona e giusta, frutto della sua morigeratezza, visto che appena insediatosi – nel febbraio del 2016 - ha chiesto la riduzione del 50 per cento del compenso. Incarico, è bene ricordarlo, che, secondo i magistrati, il maggiore esponente dei socialisti calabresi avrebbe ottenuto a suo tempo grazie al suo impegno nella crisi politica che portò alla caduta della prima amministrazione del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, sempre nel 2016.
Ebbene, 4.200 euro saranno anche pochi (secondo lui), ma tre anni di questo invidiabile stipendio sono più che abbastanza per giustificare un conflitto d’interesse che rende poco credibile un afflato squisitamente politico nei confronti del governatore.
Ma il sedicente summit del centrosinistra, pare sia stato organizzato anche per accreditare tra i sostenitori di Oliverio gli Sculco, padre Enzo e figlia Flora, unica donna attualmente in Consiglio regionale, troppo giovane e ambiziosa per scendere dalla giostra della politica regionale proprio adesso. Peccato che la tempistica scelta da Incarnato per l’iniziativa sia stata così improbabile da rendere la riunione un flop ampiamente annunciato, dove il Pd ovviamente non si è fatto vedere, con il commissario del partito calabrese, Stefano Graziano, che se n’è tenuto alla larga. E neppure il governatore stesso ci è andato. Un po' come una festa di compleanno senza festeggiato.
Di contro, non meno surreali appaiono le iniziative anti Oliverio, l’ultima in ordine di tempo ieri, organizzata paradossalmente nello stesso hotel di Lamezia da esponenti del Pd che hanno inneggiato alla “discontinuità”, senza provare il minimo imbarazzo per il fatto che molti di loro sono in politica più o meno da quando lo è lo stesso Oliverio, come l’ex deputato Brunello Censore e l’ex presidente della Regione Agazio Loiero, presenti alla riunione. Insomma, gente non proprio di primo pelo, che però oggi si propone come il nuovo che avanza, magari a braccetto coi Cinquestelle, qualora andasse in porto l’esperimento a livello nazionale.
Insomma, davvero un mondo ai confini della realtà nel quale, a quanto pare, non c’è spazio per i cittadini calabresi e per i loro problemi.
Enrico De Girolamo