Gli ex consiglieri regionali Aieta e Di Natale propongono la candidatura del capogruppo in Consiglio regionale, il quale ha convocato il gruppo di palazzo Campanella per oggi pomeriggio. Si prevedono tensioni nella provincia bruzia. La palla passa a Roma (ASCOLTA L'AUDIO)
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Intanto partiamo dalla notizia: il Nazareno, dopo la frantumazione dell’accordo nazionale con Calenda ha chiesto ai deputati uscenti di candidarsi nei collegi uninominali. Unica scelta possibile, secondo la dirigenza democrat, per arginare l’avanzata del centrodestra proprio nei collegi maggioritari dove si vince e si perde per un voto. I parlamentari uscenti, infatti, secondo il ragionamento della dirigenza nazionale Pd, sono coloro che, più di altri, dovrebbero possedere il radicamento necessario per competere nei loro territori. Ergo, provare a ribaltare le simulazioni dell’istituto Cattaneo e che hanno previsto uno tsunami blu proprio nei collegi uninominali.
L’indicazione di Letta apre un nuovo scenario anche in Calabria. Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi, unici deputati democrat eletti a sud del Pollino, dovrebbero essere candidati nei loro collegi territoriali. La prima, nel collegio di Cosenza, il secondo, invece, in quello centrale che comprende Catanzaro. Con una tale decisione dovrebbe incastrarsi il primo tassello del mosaico delle candidature in casa democrat alle nostre latitudini. Ma c’e un ma, nel Pd, le scelte semplici non sono ipotizzabili. Secondo fonti interne, l’indicazione, non ha placato affatto i mal di pancia nei democrat della città bruzia. Il maggioritario è una sfida a mare aperto e senza paracadute. E in tutti i partiti, la vera guerra interna, è quella finalizzata a ottenere una sicura candidatura.
Ma la coperta, questa volta è troppo stretta. La garanzia che, nella precedente legislatura avevano conquistato sia la Bruno Bossio che Viscomi, entrambi blindati nel proporzionale oggi è una chimera. Il 2018, politicamente parlando, sembra lontano come un’era geologica. Viscomi era il vice governatore della Calabria e la Bruno Bossio, era sostenuta a spada tratta dal governatore Mario Oliverio, il quale, la notte dei lunghi coltelli si presentò al Nazareno e costrinse Matteo Renzi a blindare la parlamentare cosentina. Altri tempi. Altra epoca.
Nei giorni scorsi il segretario del Pd di Cosenza, fiutato il pericolo, non aveva nascosto la sua preoccupazione, denunciando il rischio che, per la prima volta nella storia della sinistra cosentina, la sua provincia potrebbe trovarsi senza un parlamentare. I sostenitori della Bruno Bossio hanno notificato un avvertimento al segretario Irto: la “vicenda bruzia” sarà utile a misurare la lealtà del segretario calabrese. Un modo come un altro per aumentare la pressione sul segretario regionale, delegato da Letta a registrare le indicazioni territoriali. I democrat di Cosenza, dunque, spingono per ottenere una candidatura in posizione eleggibile nella lista bloccata del proporzionale naturalmente. La federazione di Cosenza aveva indicato all’unanimità la proposta della ricandidatura della parlamentare uscente Enza Bruno Bossio, nel tentativo di dare una dimostrazione di compattezza. Ma è proprio la compattezza che, al netto degli aspetti tattici, nei fatti, manca.
Su Cosenza infatti, pesa il “lodo” Guccione, ovvero, l’impegno che Letta aveva preso con Andrea Orlando, capo corrente dell’ala sinistra, a candidare l’ex consigliere regionale cosentino. Inoltre, è di questi giorni poi, l’iniziativa di due ex consiglieri regionali di peso, Graziano Di Natale e Giuseppe Aieta, primo e secondo dei non eletti al consiglio regionale, i quali hanno indirizzato una lettera al segretario nazionale del Pd e a quello Regionale, nella missiva, “chiedono” la candidatura del capogruppo democrat a palazzo Campanella, Mimmo Bevacqua. Proprio Bevacqua ha convocato per oggi pomeriggio il gruppo di Palazzo Campanella. Di fronte a questo quadro, parlare di compattezza del Pd di Cosenza sembra un eufemismo.
Quella di Carlo Guccione, Enza Bruno Bossio e ora Mimmo Bevacqua sono proposte di candidature pesantissime che rischiano di lacerare il partito cosentino in maniera irreversibile.
Al segretario del Pd calabrese, Enrico Letta aveva affidato il compito di istruire la “pratica”, quella cioè, di ascoltare le indicazioni dei territori in tema di candidature. Un compito che, almeno secondo fonti interne, il segretario dei democrat calabresi avrebbe assolto con equilibrio. L’ultima parola, per statuto, toccherà agli organismi nazionali. Sarà la direzione nazionale del partito a definire il quadro definitivo delle candidature.
Dai territori sono arrivate diverse indicazioni. A Catanzaro, è stata proposta la candidatura di Pasqualino Mancuso, ex segretario provinciale della Margherita ed ex commissario provinciale della federazione catanzarese. Da Vibo Valentia, sono arrivate le indicazioni per l’ex consigliere regionale Luigi Tassone, per l’ex segretario provinciale Enzo Insardà, per Teresa Esposito, responsabile regionale delle donne del Pd e per il presidente provinciale del Pd, Michele Mirabello.
Segnalazioni significative anche per Maria Teresa Fragomeni, sindaca di Siderno, ex assessore regionale al bilancio, anche se il primo cittadino dell’importante cittadina ionica reggina ha più volte manifestato la sua indisponibilità a concorrere per questo ruolo. Indicazioni ampie e provenienti da ogni parte del territorio regionale sono arrivate per Nicola Irto, consigliere regionale e segretario del Pd calabrese. La pratica, a questo punto sembra istruita. La palla passa al Nazareno. E anche il compito di spegnere i tanti incendi, tensioni e conflitti che si stanno consumando in alcuni territori. Le scelte, è assai probabile che arriveranno a ridosso di Ferragosto.