Comincia oggi il lungo weekend calabrese di Marco Minniti che sarà in tour tra le varie Province per presentare il suo libro “Sicurezza e Libertà”. Si tratta delle prime uscite ufficiali dopo lo scioglimento delle riserve e la decisione di candidarsi al congresso nazionale. In quota Matteo Renzi. Anche se all’ex ministro dell’Interno è un’etichetta che sta stretta.

L’occasione sarà ghiotta per fare il punto sia sulla campagna in vista delle primarie nazionali, ma anche in ordine al congresso regionale. Che, come prassi vuole, si appresta ad essere nuovamente rinviato e slittare all’anno nuovo. La data originariamente fissata era per il 16 dicembre con il termine fissato per la presentazione delle candidature al 17 novembre. La seconda scadenza era poi stata posticipata al 26 novembre, quindi a lunedì prossimo, e ancora nulla si è mosso. Ovvio che la Commissione per il congresso, guidata da Giovanni Puccio, sarà costretta a rinviare all’anno nuovo.

 

Tempo nuovo, dunque, per lavorare ad un’eventuale candidatura unitaria che continua a corrispondere al nome di Demetrio Battaglia, anche se quest’ultimo continua ad essere riottoso. E non ha risposto neanche (né sì né no) all’appello ufficiale alla discesa in campo che gli è stato formulato dal sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà.

 

Troppo presto per svelare le proprie mosse. Anche perché i renziani e Minniti stanno studiando anche altre possibili strategie (Ernesto Alecci uno dei nomi già ipotizzati) e adesso anche il parlamentare Antonio Viscomi. Non a caso, quest’ultimo, è tra i principali fautori del rinvio del congresso regionale proprio per dare il tempo alle pedine di muoversi specie dopo la discesa in campo di Minniti. E c’è già chi interpreta la “chiamata alle armi” di Falcomatà nei confronti di Battaglia come un modo per evitare che la Città Metropolitana venga messa ai margini nuovamente, così come capitato in occasione della compilazione delle liste alle ultime politiche.

 

Ad accogliere Minniti sul suolo patrio anche un’altra singolare sorpresa: potrebbe non essere l’unico candidato calabrese alle primarie. Proprio alla vigilia della discesa in Calabria dell’ex ministro dell’Interno, Mariella Saladino, iscritta al Partito Democratico dal 2014 e già candidata alle ultime elezioni europee nel collegio Italia Meridionale, contribuendo con circa 26mila preferenze al 41% totale ottenuto dal Pd, ha annunciato la sua volontà di candidarsi al congresso nazionale. Così scrive la Saladino in una lettera aperta pubblicata sul sito Castrovillari in Rete:«Mi faccio coraggio e faccio mia la decisione delle Piazze, della rete, dei compagni e degli amici che mi sostengono, di candidarmi alla carica di Segretario Nazionale del Partito Democratico, preannunciandola così, fuori dalle regole, alla Commissione e all'opinione pubblica e inoltrandola ai media in forma di lettera aperta, chiedendo che il messaggio, la opportunità Piazza Dem si propaghi in tutta Italia, offrendo la valutazione e la partecipazione ad ogni circolo del Partito e  dei fiovani democratici, quelli che vogliono un congresso vero non preconfezionato, chiediamo la condivisione attiva dei Socialisti europei, delle associazioni, del mondo dei cattolici  e soprattutto delle Piazze che delle differenze ne fanno risorsa».

La confusione in casa dem, insomma, regna sovrana.

 

Riccardo Tripepi