VIDEO | Lo stesso giorno in cui la giunta regionale ha rimosso il commissario targato Lega, lui firmava una transazione con la dirigente reintegrata: un ultimo atto che ora è sub iudice
Tutti gli articoli di Politica
Serve sfogliare un calendario, e finanche puntare l’orologio, per capire l’ultimo “pasticciaccio brutto” al Corap.
Lo stesso giorno in cui la giunta regionale decideva la liquidazione del consorzio per l’industrializzazione, stroncando il commissario straordinario Renato Bellofiore, questi firmava una transazione per dare dei soldi – non si sa quanti perché sul sito internet dell’ente l’accordo non è consultabile – alla dirigente Stefania Frasca.
Una intesa forse fuori tempo massimo, quando cioè il legale rappresentante del Corap era di fatto già scaduto, e che comunque costituisce un’appendice misteriosa in un caso – quello della bocciatura dell’uomo della Lega che era stato nominato appena nel marzo scorso – che rileva l’amaro dietrofront interno alla classe dirigente che governa alla Cittadella.
E che Bellofiore abbia tentato una forzatura in extremis, lo dimostra il fatto che lo stesso giorno in cui ha firmato la transazione – il quel fatidico 25 agosto in cui perdeva il posto – ha subito pubblicato la presa d’atto, specificando che altri dirigenti che aspettano soldi per gli stessi motivi sono rimasti a bocca asciutta: si tratta di Vaccaro, Sergi e Valotta.
Che sia stata questa solerzia favorevole all’architetto cosentina Frasca, vincitrice di una causa che ne ha ordinato il reintegro, a mettere ancora di più dietro la lavagna la figura del commissario?
Forse una concausa, visto che nelle motivazioni date dalla giunta per l’inaspettato altolà del compagno di partito del presidente Spirlì, era chiaro il giudizio senza appello contro il Piano industriale presentato da Bellofiore, definito «lacunoso e inattuabile».
Comunque di buono, il Piano bocciato qualcosa lo aveva ovvero la denuncia di un favore politico ed economico nel depuratore di Gioia Tauro, città di Bellofiore, lasciato in gestione ad una società, che potrà continuare a guadagnare ora – pur essendo da tempo scaduto il contratto – visto che la messa in liquidazione affidata al commissario Tommaso Calabrò, dirigente di ruolo della Regione, non può mutare il quadro per almeno un anno.