Al termine di un dibattito durato circa sei ore dalla maggioranza è arrivata la richiesta di ritirare la fiducia. Il presidente ne approfitta per aprire una breccia nelle opposizioni spaccando il fronte dell’unità iniziale (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sulla riforma dei Consorzi di Bonifica, all’ingresso in aula, la tempesta era ormai passata. Ma chi c’era parla di una riunione di maggioranza infuocata che per diverso tempo stava certificando la fine dell’esperienza di Roberto Occhiuto alla guida della Regione. Le resistenze maggiori al voto di fiducia, e quindi positivo alla Riforma dei Consorzi, sono continuate ad arrivare ancora da Pietro Molinaro, irremovibile rispetto alla posizione già palesata in Commissione lunedì scorso. Solo alla fine il leghista si è allineato alla maggioranza.
Non a caso la seduta è iniziata con un’ora e mezza di ritardo rispetto all’orario fissato dal presidente del Consiglio Filippo Mancuso. I vari Crinò, De Nisi, Graziano e Gelardi, intervenuti quali capigruppo di maggioranza, hanno sostanzialmente espresso la loro fiducia incondizionata ad Occhiuto.
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La questione fiducia
Richieste di non proseguire con l’utilizzo dell’istituto della fiducia, in maniera più esplicita rispetto agli altri, sono arrivate da Antonello Talerico e Giuseppe Neri. Per motivi diversi. Il primo per «permettere a tutto il Consiglio di esprimersi liberamente» – il riferimento è a Francesco Afflitto, ma non solo, che in Commissione aveva annunciato il voto favorevole salvo poi ricevere l’aut aut del Movimento 5 stelle -, il secondo perché letteralmente la considera «incomprensibile» visto il supporto fornito fin qui. Ma alla fine è stato il capogruppo di FI Michele Comito a chiedere ufficialmente ad Occhiuto di ritirare la fiducia perché la riforma sarà votata da tutti e 21 i consiglieri. «La Calabria ha bisogno di un forte decisionista – ha detto -. Oggi vogliamo dimostrare che per noi ha poca importanza il discorso della fiducia. Oggi dimostriamo di essere coesi e compatti. Voteremo tutti insieme i 21 voti, ed è per questo che chiedo al presidente di ritirare la fiducia».
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Occhiuto ha ribadito di non aver bisogno di mostrare i muscoli verso una maggioranza fino ad oggi leale, cogliendo l’occasione per rispondere agli interventi che si sono susseguiti. «La mia ambizione è di fare in Calabria tante cose per la prima volta», ha detto rivolgendosi a chi ha stigmatizzato il ricorso all’istituto. Ma alla fine, il presidente della Regione, che ha ricordato i risultati nei suoi 19 mesi di governo, esaltando alcuni consiglieri di opposizione rispetto ad altri, ha provato il colpaccio, ritirando la fiducia e provando a racimolare qualche altro voto dai banchi delle minoranze. Svelando così un’operazione politico strategica, girata comunque a proprio vantaggio, tesa a dimostrare che “buoni e cattivi” esistono ancora nelle opposizioni e che la “linea Occhiuto” è condivisibile.
Bevacqua da parte sua ha fiutato la trappola, definendo «imbarazzante» la richiesta pervenuta dai consiglieri di maggioranza al termine del dibattito.
Ma l’operazione studiata da Occhiuto e company coglie nel segno. Al momento del voto Francesco Afflitto e Ferdinando Laghi facendo fede a quando detto in fase di dibattito votano in maniera favorevole. Dunque, la legge di Riforma dei Consorzi passa con 23 voti favorevoli. Più di quanto chiesto dal presidente.
Il dibattito
Domenico Bevacqua, il primo ad intervenire per il centrosinistra, nel suo intervento ha subito annunciato il voto contrario del gruppo del Pd. «Un no convinto nel metodo e nel merito». Per lui la fiducia è un atto incomprensibile: «spesso – ha detto rivolgendosi ad Occhiuto - in quest’aula ha affermato il ruolo centrale del Consiglio. Ma questa fiducia, e il non consentire il lavoro in Commissione, segna il de profundis di questa consiliatura. Oggi si mette l’aula in condizioni di non manifestare un dissenso, mettendo in discussione la democrazia».
«Nessuno era contrario alla Riforma. In Commissione abbiamo assistito ad una brutta pagina» ha esordito il capogruppo pentastellato Davide Tavernise, che mostra di non condividere la richiesta di fiducia di Occhiuto: «se ci dava la possibilità di operare in Commissione e in aula lei avrebbe superato anche i 21 voti» dice convinto, ribadendo il voto contrario del M5S.
Ferdinando Laghi, da parte sua, dopo aver ricordato e sottolineato il successo della chiusura della centrale del Mercure, si è detto «favorevole all’idea della riforma» aggiungendo però che non può «avallare la fiducia ad un governo a cui non appartiene».
Per Antonio Lo Schiavo, la questione «è tutta politica». Il notaio vibonese sottolinea la compattezza delle opposizioni che si esprimono in maniera contraria: «Qui oggi si mostrano i muscoli. Non c’è stato ostruzionismo dalle opposizioni. Occhiuto ha voluto fare quello che fa da due anni a questa parte. La strategia è chiara: il presidente si rivolge ai cittadini, salta i corpi intermedi e il Consiglio e si rivolge ai calabresi. Continua quindi su una linea che dice o noi o loro, o la riforma o la conservazione. Io a questo gioco non ci sto. Non si può esaurire tutto con “o con me o contro con me”». La riforma per lui è necessaria, ma in realtà non mette da parte gli undici Consorzi esistenti: «Non è vero che i calabresi avranno un unico Consorzio, diciamo che stiamo avviando un percorso per un soggetto che dovrà trovare ancora le risorse per operare».
Gallo: «La Regione non scappa, anzi investe»
L’assessore Gianluca Gallo ha ricordato che la Regione nel corso degli anni non si è occupata dei Consorzi, anche per il poco dialogo tra chi governava l’una e gli altri. «Dal 2020 abbiamo destinato maggiori risorse, anche per contrastare le difficoltà relativa al periodo covid, e abbiamo raggiunto circa 5 milioni di euro. Nel frattempo le difficoltà dei Consorzi sono peggiorate, si è proceduto ad alcuni commissariamenti, ci sono stati i pignoramenti anche per la Regione, come terzo pignorato. Da qui l’esigenza di accelerare in un contesto nel quale sono state poche le notizie positive».
L’assessore sottolinea che attraverso la legge si stanziano risorse ingenti per la partenza del nuovo Consorzio di Bonifica: «La Regione approva la norma, guiderà il processo nella prima fase lasciando spazio ai territori ma poi investe anche. Il primo anno oltre 9 milioni, il secondo oltre 7 e a seguito di una interlocuzione con l’Europa c’è un emendamento su una norma che stabilisce un tetto del 35% delle somme iscritte a ruolo. Quindi fino a 7 milioni annui. Quindi non è che la Regione non paga e scappa».
In questi anni, ha sottolineato poi Gallo, gli agricoltori non sono stati compatti: «Abbiamo previsto dei capisaldi, assicurare diritto di voto anche agli agricoltori morosi; e poi quella che prevede che gli agricoltori non in regola non potranno avere le prime liquidazioni che la Regione erogherà».