Temevano (e forse temono ancora) la “laziale” Vittoria Baldino, uno dei volti più noti del M5S. Ma ora il vero spauracchio degli auto-candidati calabresi è un altro. Si chiama Federico Cafiero de Raho, è l’ex procuratore della Direzione nazionale antimafia nonché uno dei 15 nomi inseriti nel listino blindato di Giuseppe Conte. 

Il magistrato in pensione è cioè uno dei candidati che l’ex premier potrà piazzare a suo piacimento in uno o più collegi. Per Cafiero de Raho le destinazioni sembrano principalmente due: la sua Campania e, appunto, la Calabria, dove è stato alla guida della Dda di Reggio dal 2013 al 2017.

In un’intervista a La Stampa, l’ex magistrato ha spiegato i motivi del suo impegno in politica: «Ho accettato per spirito di servizio, perché dopo 40 anni di attività in magistratura spero di dare ancora il mio contributo alle istituzioni. La Rete ha detto sì. E ora aspetto di sapere dove verrò candidato».

Le incertezze dei 5S

È un’incertezza che turba i sonni dei 57 candidati calabresi alle Parlamentarie. Il paracadute per Cafiero de Raho restringerebbe gli spazi utili, perché verrebbe occupato uno dei due posti da capolista nei proporzionali di Camera e Senato, allo stato attuale le uniche due caselle in grado di garantire un’elezione quasi sicura

A questa incertezza se ne aggiunge un’altra: quella relativa ai risultati delle Parlamentarie, attesi con un’ansia che cresce di ora in ora. Le primarie grilline (svolte sulla piattaforma Skyvote) si sono concluse martedì alle 22. Subito dopo sono stati diffusi i dati sui votanti (più di 50mila) e sui “sì” ottenuti dal listino di Conte: 43.282.

L’esito delle Parlamentarie è invece ancora un mistero quasi buffo: per ora solo i vertici del Movimento conoscono i dati in base ai quali dovrebbero essere stabiliti i posizionamenti in lista nelle varie regioni.

I convocati in Calabria

È una indiscrezione confermata da quanto sta avvenendo in Calabria. Da via Campo Marzio, sede romana del Movimento, è infatti arrivato l’ordine di convocare i 16 aspiranti parlamentari più votati per fargli presentare i documenti necessari per accettare la candidatura. 

Saranno loro – al netto degli interventi di Conte – a riempire i listini proporzionali per Montecitorio e Palazzo Madama (in entrambi i casi quattro titolari più quattro supplenti, come impone la legge elettorale).

I 16 auto-candidati sono attesi oggi pomeriggio a Vibo Valentia, dalle 17 alle 20, negli uffici del deputato Riccardo Tucci, delegato a questo compito dal coordinatore regionale Massimo Misiti. 

Le polemiche

Qualcuno, tra i pentastellati calabresi, già storce la bocca e denuncia l’intera procedura: «Il fatto che facciano firmare candidature in bianco senza pubblicare i risultati viola lo statuto e il codice etico del Movimento».

Quello escogitato dai vertici del partito, riferiscono fonti qualificate, sarebbe un modo per anticipare i tempi e avere tutta la documentazione in regola per quando le scelte di Conte e i dati delle primarie diventeranno ufficiali. 

Secondo alcune indiscrezioni, il capo politico avrebbe deciso di rendere noti i risultati delle Parlamentarie in contemporanea con la pubblicazione delle liste elettorali, nelle quali troveranno posto anche i 15 fedelissimi del listino. 

No agli infiltrati

Conte sarebbe insomma intenzionato a prendersi tutto il tempo necessario per piazzare i suoi uomini di fiducia e, anche, per evitare di candidare – racconta La Stampa – «possibili “infiltrati” legati ancora a Luigi Di Maio, a Dino Giarrusso o ad altre cordate che non hanno più nulla a che fare con il Movimento». 

Una soluzione, questa, che permetterebbe al leader stellato di fare un unico showdown nelle ore precedenti il termine per la presentazione delle liste (22 agosto), in modo da ovattare e sterilizzare ogni possibile polemica da parte degli esclusi. 

«È uno scenario verosimile», conferma un parlamentare uscente. Conte avrebbe perciò studiato tutto a tavolino «per evitare i veleni che in queste ore stanno caratterizzando la campagna del Pd».