Un mare di pale

Parco eolico offshore nel Soveratese, Alecci: «La Calabria è un Far West, serve un piano regionale sulle rinnovabili»

Il rappresentante dem a Palazzo Campanella sottolinea la necessità di una programmazione «che dica una volta per tutte quali sono le aree, se ci sono, da destinare all’installazione di impianti di energia»

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29 settembre 2024
16:00

«La Calabria, ormai è un Far West! Continuano ad arrivare richieste su richieste per l’installazione di nuovi impianti eolici nel territorio della nostra regione. Mi sono recato a Gasperina dove è stata avanzata la richiesta, da parte di un’azienda del Nord Italia, di l’installazione di 6 nuove pale eoliche che andranno a sfregiare per sempre uno paesaggio meraviglioso fatto di splendide colline che si affacciano sul nostro bellissimo mare. Un impianto che interesserà un’area molto vasta all’interno dei comuni di Argusto, Montauro, Montepaone, Palermiti e Petrizzi, con pale eoliche alte 200 metri, praticamente l’equivalente di un grattacielo di 70 piani». È quanto afferma in una nota il consigliere regionale del Pd, Ernesto Alecci.

«Voglio precisare – spiega l’ex sindaco di Soverato – che la mia posizione non è contraria alle rinnovabili, assolutamente, ma in Calabria ormai non ci sono regole e non si intravede la volontà da parte della Regione di regolamentare questa materia. Al riguardo, ho già presentato nei mesi scorsi una proposta di legge che intende fermare questo scempio per dare vita ad una regolamentazione delle licenze future. Perché sebbene si tratti di energia rinnovabile, bisogna tenere conto, oltre allo sfregio del paesaggio, che per ogni pala eolica di questo tipo occorre piantare nel terreno fino a 400 tonnellate di cemento, senza considerare i mezzi per il trasporto di questo cemento, le perdite di olio dalle pale, l’eventuale disboscamento etc».


«Ma c’è di più – sostiene ancora Alecci –. Molto spesso le richieste per questi progetti sono presentate da piccole società con capitale minimo che sfruttano fino in fondo le nostre risorse depredando i nostri territori, facendo ricadere eventuali problemi e oneri di smaltimento sulla Regione e sui Comuni. Un caos insomma, in cui i cittadini rimangono spettatori inermi con centinaia di nuove richieste relative alla terraferma e al mare con gli impianti offshore. E allora è necessario un piano regionale che dica una volta per tutte quali sono le aree, se ci sono, da destinare all’installazione di impianti di energia rinnovabile limitando l’impatto su ambiente e paesaggio. Io non mi fermo, non dobbiamo bassare la guardia e continuare con questa battaglia a tutela del nostro grande patrimonio naturale»

 

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