Dopo il provvedimento datato 29 marzo con cui una commissione provinciale del Pd ha escluso Giuseppe Mazzuca dall’anagrafe 2015 degli iscritti al Partito democratico, per avere diretto e organizzato un diverso movimento politico, il PSE, l’ex consigliere comunale, coadiuvato dal candidato sindaco Enzo Paolini, hanno indetto una conferenza stampa definendo questa decisione una “schermaglia elettorale”, un “dispettuccio” messo in atto da una classe dirigente che pensa di potere gestire il Partito democratico come una cosa propria, da utilizzare a seconda delle convenienze personali del momento e senza il minimo rispetto per iscritti e militanti.

 

“E’ strano – ha detto Enzo Paolini - che il Partito democratico concentri le sue attenzioni sull’espulsione di un iscritto come Giuseppe Mazzuca che, pur essendo incensurato,avrebbe partecipato alle attività di un altro partito mentre tollera in silenzio la presenza nelle sue fila di 183 politici indagati, rinviati a giudizio, condannati o arrestati”.

 

Paolini e Mazzuca escludono qualsiasi volontà di fare ricorso per rientrare nei ranghi di un partito che continua ad utilizzare doppio pesismo e doppia morale - intransigente con gli avversari politici e ipergarantista con i propri sodali - di cui dovrà dare conto ai suoi elettori.


“Evidentemente – conclude Mazzuca – questa classe dirigente ritiene di essere proprietaria del partito tanto da inventarsi un organismo – la commissione provinciale – che non esiste da nessuna parte e che nessuno sa da chi è formata e quali compiti abbia”.