VIDEO | Il primo bando pubblicato per 14 immobili nel settembre 2019 è andato deserto, mentre un'agenzia privata ha avuto un edificio e pur avendo finalità di lucro non paga alcun canone. Il sindaco: «C'è stata un'inchiesta che non ha prodotto notizie di reato»
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Quattordici beni confiscati alla mafia che, per ora, nessuno vuole e il Comune di Palmi non accusa ma fa auto-ammenda. Il sindaco Giuseppe Ranuccio, sul caso di un bando con cui l’ente cercava di assegnare gli immobili - andato deserto nell’indifferenza generale – mette una pezza: «Voglio sperare che sia stato per un nostro difetto di pubblicità».
Il fallito avviso pubblico per il riutilizzo dei beni risale al settembre scorso, ma è tornato attuale perché in questi giorni la giunta ha varato una delibera con cui “indirizza” il dirigente a riproporre il bando. Chi voglia saperne di più, sulla localizzazione o la consistenza dei cespiti, è meglio che non vada sul sito del Comune che, nella sezione dedicata ai beni confiscati, non riporta alcun elenco né risulta archiviato il vecchio bando. «Mi impegno a verificare i motivi di questa mancata chiarezza – afferma il sindaco – ma il nostro impegno è massimo per fare in modo che questi beni vengano assegnati».
È un rapporto difficile, non da oggi, quello tra la città di Palmi e i “tesori” sottratti alla mafia. A fare notizia in passato non fu solo l’arrivo dell’allora ministro Salvini nel palazzo confiscato ai Gallico, da avviare come futuro commissariato della Polizia ma nel frattempo ancora occupato dalla capostipite della famiglia. Sulla stessa strada, infatti, sorge un altro bene confiscato e assegnato alla Full Forming, una scuola di formazione privata. «Ci fu un’indagine – rivela il sindaco – ma da quello che so io l’inchiesta non produsse notizie di reato». L’agenzia formativa, che in questi giorni ha le serrande abbassate, opera dunque con fini di lucro in un bene confiscato «e – risponde Ranuccio – non paga alcun canone, poiché risulta investire nella sua attività tutti i proventi che riceve».
In realtà anche questa circostanza appare alquanto contraddittoria, poiché il Regolamento comunale dei beni confiscati prevede – caso molto unico in Italia – che le strutture possano essere concesse per finalità di lucro, previo pagamento di un canone. Dunque anche per l’amministrazione guidata dal sindaco Pd, che è arrivata dopo quella assegnazione, la Full Forming non svolge attività di tipo privatistico, benché il suo sito descriva soltanto la somministrazione a titolo oneroso di corsi di formazione.
In più sembra esserci un’aggravante, costituita dal fatto che Silvana Morgante – fondatrice e deus ex machina dell’agenzia convenzionata con la Regione – è suocera del consigliere comunale di maggioranza, Lillo Galletta. «Io ho ereditato quella assegnazione – risponde il sindaco circa i sospetti di qualche forma di favoritismo – e a me risulta che sia tutto regolare».